Sangiorgi dimissioni Imola, Patrizia Impresa: "Bene il commissario"

Per il prefetto di Bologna bisogna però rispettare i tempi: "Fino al 18 novembre c’è tempo per revocare le dimissioni"

Il prefetto Patrizia Impresa (FotoSchicchi)

Il prefetto Patrizia Impresa (FotoSchicchi)

Imola, 1 novembre 2019 - Patrizia Impresa non ha dubbi: «Imola non si blocca, la città non si fermerà». Il prefetto di Bologna, che da tempo seguiva le vicissitudini di piazza Matteotti, sa che molto – ora che Manuela Sangiorgi dovrebbe definitivamente uscire di scena – passa dal ‘suo’ Palazzo. Sotto le Due Torri un commissariamento lungo (oltre un anno) andò in scena con l’addio del sindaco Flavio Delbono: Annamaria Cancellieri governò Bologna dal febbraio 2010 al maggio 2011. Finì con un’acclamazione popolare, la richiesta di candidarla a sindaco praticamente bipartisan, ma Cancellieri disse no e dopo poco si aprirono per lei le porte del Viminale. Nello psicodramma imolese – che ha già avuto due commissari per ‘permettere’ ai sindaci Massimo Marchignoli e Daniele Manca di andare a Roma e dove nessun finale appare ancora scritto, vista l’altalena anche emotiva di questi scellerati giorni da vacatio imperii – c’è però una data chiave.  

Qual è prefetto Impresa? «Il 18 novembre. Quando un sindaco annuncia ufficialmente le proprie dimissioni, si apre uno scenario di procedure, tutto è regolato dalle norme. Il testo unico sugli enti locali regola gli automatismi e le tempistiche: entro il 18 novembre scade il termine per presentare la revoca delle dimissioni».  

Quindi? «Ogni discorso è prematuro fino a quella data. Lo prevede la legge e bisogna tenerne conto. Da quella data, e solo da quella, il prefetto può sospendere gli organi di amministrazione del Comune. Si nomina un commissario prefettizio e poi un commissario straordinario con decreto del presidente della Repubblica: i poteri conferiti permettono la gestione del Comune, con il traghettamento dell’amministrazione fino alle nuove operazioni elettorali».  

Lei è mai stata commissario? «Sì, e in un caso sono tornata tre volte nello stesso Comune. Il commissario è un organo unico, forse per questo entra in maggiore sinergia con l’apparato e la ‘macchina’ comunale. Non è mica detto che la situazione sia tragica».  

A Bologna, ad esempio, anni fa nessuno voleva mollare Cancellieri. «Questo è comprensibile: oltre che per il merito delle persone, il commissario sa trovare soluzioni sfrondando dalle collocazioni e dalle appartenenze. E’ una figura pratica».  

Poniamo che Sangiorgi non revochi le dimissioni: chi potrebbe arrivare sul Santerno? «A Imola la situazione è particolare: c’è il bilancio da approvare, la situazione va oltre la gestione ordinaria di qualche settimana. Ci sono temi e tempi importanti: serve dunque un rappresentante del Governo preparato sui temi economici che possa assolvere al meglio questo delicato compito, magari coadiuvato da subcommissari».  

Non è possibile andare al voto il 26 gennaio? «No, l’election-day è impossibile da ottenere, servirebbe una modifica della norma. Il 26 gennaio si voterà solo per la Regione: dunque Imola ricade nella finestra aprile-giugno».  

Sarà un commissariamento lungo: non c’è il rischio che la macchina si blocchi? «No, anzi. Il Comune non si blocca, il commissario, assumendo i poteri degli organi dell’ente, ha grande agilità. Con un supporto delle strutture potrà dare, semmai, risposte necessarie alla città, evitando che Imola si fermi. Il commissario è una figura autonoma: la città può pensare che non ci saranno disagi né ripercussioni dirette su cittadini e servizi. Ovvio che manca il mandato della politica, anche se agirà in continuità con le linee guida dell’amministrazione».  

Imola da sempre è refrattaria ai diktat bolognesi e alle imposizioni dall’alto: è una questione storica, una sorta d’orgoglio tutto locale che non si spegne. «Lo so, ho imparato in questi mesi da prefetto di Bologna a conoscere tutto il territorio metropolitano con le sue sfumature e Imola è una realtà importantissima. Con Imola, anzi, ho capito in particolare quanto è importante ascoltare tutte le sensibilità. So quindi come il territorio sta affrontando questo periodo».  

Come? «Imola è una realtà stratificata con grande forza, una propria capacità di lavoro, grande impegno culturale, fermento di imprese, in grado di andare avanti nelle avversità. Imola è un territorio che ha bisogno di trovare una guida, ma le energie che stanno alla base, i muscoli e gli anticorpi, ecco, quelli li trovo intatti».  

Ai cittadini cosa direbbe? «Che non devono avere paura, che hanno la forza, l’intelligenza e la perseveranza per capire che il territorio può ripartire alla grande. Un commissario può svolgere un buon lavoro, ma in generale sarà fondamentale fare una campagna elettorale basata sui contenuti, alta, di livello. Pensare ai progetti è più importante di ogni critica o chiacchiericcio. Se le dimissioni non dovessero essere revocate, si aprirebbe una fase nuova, dove in primis vanno rispettate le leggi e le tempistiche, ma dove si può comunque lavorare bene».