Sindaco Imola dimissioni, Sangiorgi: "Niente mi può far cambiare idea"

La 5 stelle eletta l'anno scorso in piazza: "Non voglio diventare un burattino nelle mani del Pd"

Imola, la sindaca Manuela Sangiorgi, 5 Stelle, si è dimessa (Isolapress)

Imola, la sindaca Manuela Sangiorgi, 5 Stelle, si è dimessa (Isolapress)

Imola, 28 ottobre 2019 - La sindaca di Imola, Manuela Sangiorgi, si è dimessa (video). Lo ha dichiarato stasera in piazza Matteotti. L'esponente del Movimento Cinque Stelle si è sfogata così con i cronisti: "Ho bisogno di appoggio per fare ciò che i cittadini si aspettano da me, perché mi hanno votata. O diventavo un burattino nelle mani del Pd... Non voglio esserlo". E poi annuisce quando le viene chiesto se le sue dimissioni sono irrevocabili e aggiunge: "Niente mi può far cambiare idea". 

Le dimissioni di Sangiorgi saranno ufficializzate nella seduta del Consiglio comunale di domani.

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Con un video apparso sulla sua pagina Facebook ufficiale, aveva invitato tutta la cittadinanza in piazza Matteotti alle 19 "per parlare della nostra Imola". Proprio in questa occasione l'ormai ex sindaco ha condiviso la sua decisione. 

A fare da cornice ci sono settimane di tensioni tra la sindaca Sangiorgi e la sua maggioranza; compreso un incontro con gli attivisti, qualche sera fa, finito male. La civica di centrosinistra Carmen Cappello, sua sfidante al ballottaggio per le amministrative 2018, tira fuori la storia del capannone di proprietà della sindaca e di sua madre. Un groviglio di carte, permessi e varianti urbanistiche che lasciano più di qualche punto interrogativo. E spinge il nostro giornale a sottoporre una serie di domande alla prima cittadina. Lei si sente toccata sul personale, negli affetti più cari. Risponde con rabbia. Non accetta che i riflettori si accendano su quella mamma con la quale ha un rapporto speciale. E scatta qualcosa. Capisce che nel Consiglio comunale fissato per oggi pomeriggio, e nel quale per forza di cose si sarebbe dovuto affrontare il tema capannone (c’è ancora da approvare in via definitiva la contestata variante al Rue) i suoi si preparavano, per l’ennesima volta ormai, a farle mancare i numeri. Il resto lo fanno le elezioni in Umbria, che danno un colpo pesantissimo al M5s. E in particolare a quell’asse tra Movimento e Pd che, in riva al Santerno, provava faticosamente a muovere i suoi primi passi; ma nei confronti del quale l’ormai ex sindaca era stata la più netta.

Manuela Sangiorgi, 47 anni, era stata eletta nel giugno 2018, da candidata del Movimento 5 Stelle aveva strappato la città alla sinistra dopo 73 anni di dominio, al ballottaggio. Aveva battuto la rivale Carmen Cappello portandosi a casa il 55,44% dei voti contro il 44,56% della candidata sindaco del centrosinistra, che al primo turno si era però assicurata il 42% dei consensi.

Il periodo alla guida della città è stato piuttosto travagliato: Sangiorgi ha visto uscire di scena, per dimissioni o revoca dell'incarico, cinque assessori della sua compagine: Massimiliano Minorchio, Ezio Roi, Ina Dhimgjini, Maurizio Lelli e Rosa Lucente. Nelle ultime settimane aveva perso anche l'appoggio di numerosi consiglieri di maggioranza.

"Potevamo fare tutto, con una forza politica forte al Governo, con un gruppo consiliare forte che mi sosteneva e con una giunta che ha lavorato tanto, ma non ci sono più le condizioni, per colpa soprattutto - fatelo girare sui social - di pochi all'interno del Consiglio comunale che dovevano appoggiarmi", ha detto dal palco. 

Le reazioni all'annuncio

Sull'annuncio del sindaco di voler rassegnare le proprie dimissioni, non sono mancati i commenti, a partire da quello proprio della rivale Cappello di 'Imola Guarda Avanti'. "Oggi finisce un incubo per la nostra città - dice in una nota -: è finito il governo delle ambiguità, che ha permesso alla Sangiorgi di vincere solo grazie ai voti della Lega. La sindaca ha finalmente staccato la spina ad una giunta dove gli interessi personali hanno prevalso sul bene pubblico. Ora -conclude Cappello - serve che la città si rialzi usando tutte le sue forze migliori".

A giudizio degli esponenti e consiglieri del Pd, Marco Panieri, Roberto Visani, Fabrizio Castellari, Giacomo Gambi e Daniela Spadoni, "la sindaca ha prolungato un'agonia tenendo per mesi bloccata la nostra città. Alla fine - spiegano in una nota - è proprio vero: lo stallo, l'assenza di dialogo, la palese inadeguatezza, questa è la fotografia di questi 15 mesi. Per la città straordinaria che è Imola - concludono - ora si deve lavorare per ridare opportunità a questo territorio".