Rotavirus, il medico: "Il vaccino è l’unica prevenzione efficace"

Il dottor Rangoni: "E' la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni"

Esami di laboratorio in una foto d'archivio Cusa

Esami di laboratorio in una foto d'archivio Cusa

Imola, 11 settembre 2019 - Nelle nostre latitudini da novembre a marzo il suo picco di incidenza stagionale è decisamente molto alto. «La gastroenterite da rotavirus – spiega il dottor Roberto Rangoni, responsabile della Prevenzione delle Malattie Infettive ed Epidemiologia dell’Ausl di Imola – è una malattia diffusa in tutto il mondo: è la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni. In particolare, nei bambini, molto piccoli, il virus può causare una diarrea grave con disidratazione».

La trasmissione può avvenire attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminato o a causa del contatto con superfici contaminate, come ad esempio i giocattoli. La diffusione da persona a persona avviene attraverso la contaminazione delle mani ed è, probabilmente, la più diffusa negli asili nido. Anche nelle mense e nei luoghi dedicati alla ristorazione, il rotavirus può essere trasmesso quando un operatore che ha contratto l’infezione maneggia alimenti che non richiedono la cottura, come per esempio insalata, frutta e altre verdure fresche, senza lavarsi accuratamente le mani.

La malattia ha un periodo di incubazione di circa due giorni, dopo i quali insorgono vomito e diarrea per 3-7 giorni. In un terzo dei casi c’è anche il rischio di febbre elevata. Nella maggior parte dei casi, quando si sviluppa una forma blanda di diarrea, si può guarire senza alcun trattamento.

Al contrario una diarrea acuta può portare a una disidratazione grave dell’organismo, che provoca dei rischi se non si interviene adeguatamente. Ma c’è un modo per prevenire? In generale è fondamentale mantenere buone condizioni igieniche sia a casa che negli asili nido e in tutti gli ambienti collettivi dove vivono persone soggette a maggior rischio, come i bambini piccoli, gli anziani o gli immunodepressi.

Lavarsi le mani con il sapone o con altri detergenti non uccide il virus, ma può limitarne la diffusione. Se la malattia viene contratta, come detto, il pericolo maggiore è che si sviluppi una forma di diarrea acuta con disidratazione. La disidratazione comporta una ridotta produzione di urina, sete eccessiva, secchezza della bocca e sonnolenza insolita. Per questo motivo è necessario il ricovero in ospedale per una reidratazione efficace utile a compensare la perdita di liquidi.

«L’aver contratto il virus una volta – continua il dottor Rangoni – non dà immunità sufficiente, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma più leggera. Non esiste una terapia antivirale per l’infezione da rotavirus, la prevenzione con il vaccino è l’unico strumento efficace per prevenire la malattia e la sua diffusione. Il vaccino è raccomandato e offerto gratuitamente, viene somministrato per bocca ai bambini e ha un ciclo completo in 3 dosi». Si calcola che ogni anno, nel mondo, il rotavirus causa circa mezzo milione di decessi sotto i 5 anni; di questi, l’80% circa si verificano nei Paesi in via di sviluppo. Si stima che la vaccinazione potrebbe prevenire 8 decessi su 10, e ridurre la severità della malattia. La vaccinazione permette di evitare circa il 75-80% delle gastroenteriti da rotavirus, l’85-95% delle infezioni più severe e il 95-100% delle ospedalizzazioni.