Eddie Vedder, il frontman dei Pearl Jam
Imola, 25 giugno 2022 - Il toto-scaletta , almeno questa volta, è perso in partenza. Nei primi tre concerti del loro tour europeo (già toccate Olanda, Germania e Svizzera), i Pearl Jam hanno seguito tre schemi completamente diversi tra di loro.
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In un mondo nel quale ormai i grandi concerti sono produzioni piuttosto standard, messe a punto mesi prima del loro approdo sul palco, peculiarità della band di Seattle resta infatti quella di sorprendere i fan ogni volta. E così sarà anche questa sera in Autodromo.
Si sa che le canzoni che verranno eseguite da Eddie Vedder e soci saranno una ventina. Ma sul contenuto delle due ore di grande musica alle quali assisteranno i quasi 60mila dell’Enzo e Dino Ferrari è difficile fare grosse previsioni.
Alcuni elementi comuni alle scalette di Landgraaf, Berlino e Zurigo comunque ci sono. In tutti e tre i concerti, per esempio, sono state suonate Alive, Even flow, Why Go, Porch e Quick escape. Ma trovare troppi punti di contatto tra le varie esibizioni è complicato.
Del resto, parliamo di un gruppo nato all’inizio degli anni Novanta, che in oltre tre decadi di carriera ha pubblicato undici album in studio. Tutto materiale di grande qualità, visto che si tratta di una band presente da tempo nella Rock and roll hall of fame, che in carriera ha venduto oltre 60 milioni di copie di cui 30 milioni soltanto negli Stati Uniti.
Di certo , l’arrivo dei Pearl Jam a Imola segna l’ideale chiusura di un cerchio nella storia dell’Autodromo post-Heineken Jammin’ Festival. Una volta archiviata la grande manifestazione legata al noto marchio di birra, e detto addio alla metà degli anni Duemila a un format in grado di calamitare centinaia di migliaia di spettatori in riva al Santerno, nel 2015 l’Enzo e Dino Ferrari ha riaperto al grande rock internazionale con gli AC/DC (92mila spettatori), show bissato nel 2017 dai Guns N’ Roses (83mila). Dopo lo stop causa pandemia, ora il tris è servito.
e. a.