Vasco Rossi 2020 Imola, in 80mila per il grande ritorno del rocker

Concerto verso il tutto esaurito, ma per ora nessuna apertura su una seconda data: "Non possiamo creare false aspettative"

Il mitico Vasco Rossi (Foto Serra)

Il mitico Vasco Rossi (Foto Serra)

Imola (Bologna), 4 dicembre 2019 - Si va verso il tutto esaurito lo show che, il 26 giugno 2020, sancirà l’atteso ritorno di Vasco Rossi all’Autodromo a 22 anni di distanza dal primo Heineken Jammin Festival datato 1998 e a tre lustri dal suo ultimo concerto del 2005. Per il rocker più amato d’Italia arriveranno in città tra gli 80mila e i 85mila spettatori. In pratica, come già successo negli ultimi anni per AC/DC (92mila spettatori nel 2015) e Guns N’ Roses (83mila nel 2017), Imola per una notte vedrà più che raddoppiati i propri abitanti.

Ed è proprio lo show di Axl Rose e soci, organizzato anche in quel caso da Live Nation e da Studio’s in un momento in cui l’allerta terrorismo era ai suoi massimi, che farà da riferimento per il concerto del 26 giugno e per quelli dei Pearl Jam (5 luglio) e di Cesare Cremonini (18 luglio). «Quello schema ha funzionato – sottolinea Rolando Rivi di Studio’s –. E verrà riapplicato in queste occasioni, con alcuni passaggi che saranno migliorati».

Un sold-out arrivato così presto accende però le speranze di quanti, sulla scorta della data bis aggiunta per la tappa di Roma, sognano un doppio concerto del Blasco anche in riva al Santerno. «Per il momento parliamo solo di cose certe – frena Rivi –. Se dicessi che c’è la possibilità di una seconda data, si aprirebbe un’aspettativa sbagliata. Nel caso ci fosse, lo comunicheremo. In questo momento, però, non siamo in grado di dirlo».

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Vasco a parte, grande attesa c’è anche per gli altri due concerti che animeranno l’estate 2020 dell’Enzo e Dino Ferrari. «Cremonini darà un grandissimo risultato e sui Pearl Jam le proiezioni sono estremamente interessanti – spiega sempre il numero uno di Studio’s –. Ci aspettiamo qualcosa di importante».

Al di là del numero dei visitatori che arriveranno, e detto che si lavora a un progetto di servizio navette per agevolarli nel raggiungere la stazione ferroviaria all’uscita, da sottolineare come alla realizzazione dei concerti lavoreranno qualcosa come 450 persone, con circa 120 di addetti al servizio medico. «La musica garantisce un indotto incredibile – osserva Rivi –. E un po’ spiace vedere un’impennata dei prezzi, con alberghi della zona che costano come a Venezia. Le possibilità di portare a Imola questi eventi ci sono sempre, ma non è una città capoluogo e i competitor sono molto forti. Riuscire a portare qui tre nomi di questo livello non è stato semplice».