Andrea Costa, torna Domenicali Marocchi saluta: "Peccato"

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di Luca Monduzzi

Esce Cristian Marocchi, rientra Gian Piero Domenicali. L’assemblea dei soci dell’Andrea Costa ha accolto il ritorno da amministratore unico di Domenicali (che parlerà domani in conferenza stampa al Donatello), chiudendo l’intermezzo di Marocchi. "Confermando le mie dimissioni – ha detto Marocchi – ho proposto Gian Piero Domenicali come nuovo amministratore unico perché è la soluzione più rapida per le necessità del club, non essendo stato completato il mio passaggio al ruolo. E inoltre parliamo del socio di maggioranza. Mi è stato chiesto di restare, ma ho ribadito la mia intenzione per un percorso professionale diverso".

Nessun rancore?

"Ci siamo lasciati in maniera positiva, quello che ho fatto l’ho fatto volentieri e Domenicali ha già detto che mi pagherà una cena di pesce. A fronte della sua richiesta di aiuto il 9 gennaio, io mi sono proposto con un progetto, ma poi la società ha cambiato idea, ne prendo atto".

Perché non ha più avuto il sostegno dei soci?

"Prima c’era necessità di aiuto e abbiamo sviluppato un progetto basato sulle necessità di febbraio, approvato ad aprile. Poi siamo entrati in una fase diversa, con il club salvo e senza penalizzazioni e i soci a quel punto hanno pensato che di questa pianificazione non c’era più bisogno, che il club aveva risolto i problemi e che si può andare avanti senza impegni".

Si dice che non le hanno dato fiducia perché non ha investito lei per primo…

"Avevo detto che avrei fatto la mia parte e mi sarei accollato la parte di debito pregresso corrispondente alla quota di maggioranza che volevo acquisire. Inoltre nel budget dalla prossima stagione ci sarebbe stato quello di quest’anno di soci e sponsor, più quello di aziende che avrei portato. Ma mancando l’adesione della stragrande maggioranza di soci e sponsor e senza progetto, a quel punto non consiglio ad altre aziende di entrare".

Non approva la gestione?

"L’impostazione dell’Andrea Costa è andare avanti trovando a ogni scadenza qualcuno che porti denaro in cassa, ma questo non è business o pubblicità. Si vuole una società di basket con un impegno economico ridotto e ludico, senza un obiettivo, e si è dimostrato con il basso sostegno al progetto di rilancio. Dispiace perché altre società fanno belle cose e la nostra Andrea Costa è costretta ad auto-retrocedersi dall’A2 alla B".

Potrà andare avanti senza una programmazione pluriennale?

"Parliamo di un club di serie B senza settore giovanile, visto che è gestito dall’International, e finché soci e sponsor vorranno continuare a sostenerla, fare un budget per squadra, staff e un paio di coordinatori non è un problema. Ma a Imola c’è un tessuto aziendale e sociale che potrebbe benissimo tenere l’Andrea Costa in serie A1, e questo ai soci l’ho sempre detto".

Lascerà anche da socio?

"Sì. Lunedì (domani n.d.r.) firmerò il verbale dell’assemblea, farò i passaggi bancari per rimettere tutto in mano a Gian Piero e mi dimetterò da socio. Mi sembra brutto stare in un’assemblea con un’opinione sempre contraria a soci che sono anche amici. Il valore delle quote? Le lascio all’Andrea Costa".