Bertinazzi: "Un’esperienza che mi fa crescere"

Il giovane fighter ha perso nel prestigioso Bellator: "Un montante al fegato mi ha messo fuori gioco"

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di Mirko Melandri

Il Bellator di Milano, la competizione di mma (mixed martial arts) importante a livello internazionale non ha arriso ad Alex Bertinazzi, 23 anni, il lottatore imolese dell’Usil (Unione Sportiva Imolese Lotta) che ha affrontato Edoardo Caiazza, allenato dall’head coach Lorenzo Borgomeo.

Alex Bertinazzi, come si è sviluppato il round dal punto di vista tecnico?

"La ripresa tecnicamente stava procedendo in questo modo: stavo seguendo la strategia di studiare l’avversario durante questo round per rimanere poi riposato. L’idea era quella di spingere di più durante il secondo e il terzo round, cioè in progressione. Stavo andando abbastanza bene eseguendo scambi tecnici e puliti in piedi e qualche scramble a terra. Si è trattata più di una fase di studio finché Caiazza non mi ha colpito bene con un montante al fegato, che mi ha sfiancato letteralmente. In seguito il mio rivale ha spinto maggiormente contro il fegato stroncandomi sul finale del round".

Qual è stato il punto di forza del suo avversario?

"Il punto di forza del mio avversario è stata un’alta precisione nei colpi che ha messo a segno, soprattutto quelli al fegato che sono stati decisivi".

In cosa le è stato utile lo staff? "Lo staff è stato utilissimo per arrivare preparato al match. Ci eravamo allenati bene, non ho rimpianti da questo punto di vista. E’ stato un peccato il finale che non era prevedibile. E’ stata comunque un’esperienza che ha arricchito il mio bagaglio tecnico e professionale".

Che atmosfera si respirava a Milano al Bellator?

"L’atmosfera è stata davvero magica. C’erano atleti di fama internazionale che stanno vivendo le mie stesse situazioni. Li ho percepiti molto vicini al mio modo di essere, in particolare alla cerimonia del peso. Mentre facevo due passi per rilassarmi li ho sentiti molto più umani di come li vedi in televisione".

Vuole ringraziare qualcuno?

"Ci tengo a ringraziare tutti gli amici che mi hanno seguito fino a Milano per vedere il match e darmi un po’ di supporto e anche quelli che mi sono stati vicini e d’aiuto durante tutto il mio percorso. Mi riferisco ai miei compagni di palestra, agli allenatori, a mia mamma e alla mia fidanzata che mi hanno supportato tutto il tempo. E tutti gli sponsor che mi hanno dato manforte per potermi preparare al meglio per questo incontro anche se alla fine non è andato come speravo".