D’Alena: "Felice per il mio primo gol Ora l’Imolese andrà al massimo"

Il centrocampista è in crescita costante e ha segnato contro il Siena: "Peccato solo per i tre punti sfuggiti"

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di Andrea Voria

Se in serie C e più precisamente nell’Imolese esistesse come in Nba un premio per il Most Improved Player, ovvero il giocatore maggiormente migliorato rispetto all’anno precedente, il vincitore sarebbe probabilmente Antonio D’Alena. Il centrocampista classe 1998, al terzo anno in rossoblù, è il più "longevo" della rosa alle spalle di capitan Rossi e quest’anno sta trovando una continuità di rendimento straordinaria, impreziosita dal primo gol fra i professionisti arrivato domenica a Siena. D’Alena, che emozione ha vissuto con il primo gol?

"È stata una piccola grande gioia, perché dopo il primo anno passato fra fisioterapia e sala operatoria in cui non sono mai stato a disposizione di Coppitelli o Atzori, quest’anno sto riuscendo a esprimermi e il gol ha impreziosito tutto. Certo, non ha purtroppo portato i tre punti, perché sul finale non è andata bene e il Siena ha pareggiato". La sensazione è che l’Imolese si sia un po’ seduta dopo il suo gol. Cosa manca per tornare a vincere?

"In trasferta, in un campo difficile, abbiamo cercato di contenere il vantaggio e devo dire che loro non si sono mai resi pericolosi, a parte su quel corner. Certo, quella palla in area al 92’ non deve passare, bisogna respingerla e far finire lì la partita. Noi sappiamo che siamo giovani e questo porta con sé tanta inesperienza".

Diciotto positivi al Covid durante le feste e ora un mese di fuoco, in cui giocare ogni tre giorni. Siete pronti?

"In C non si è abituati a questo tipo di tour de force, a cui è ancora più difficile arrivare con tanti elementi della rosa che non sono logicamente ancora in forma, perché sono stati fermi per tanto tempo fra feste e covid. Questa però è una squadra che ha delle idee a cui non rinuncia, pronta per andare al massimo in questo mese che arriva per costruire la propria salvezza".

Si vede più come playmaker o mezzala?

"Nel calcio di oggi i ruoli stanno pian piano scomparendo e conta come si occupa lo spazio, non tanto la posizione. Tante volte sono rimasto centrale davanti alla difesa, in altre occasioni, specie con Torrasi in campo, ci alterniamo. Una volta lui si abbassa fra i centrali e io mi allungo, poi il contrario. Quel che conta sono le idee che ci trasferisce il mister e noi le seguiamo a prescindere dalla posizione".

Parliamo di Fontana. La sensazione è che sia l’allenatore che l’abbia migliorata maggiormente.

"È una persona schietta, diretta, un allenatore forte e spero che possa fare la carriera che meriterebbe. È maniacale, studia ogni dettaglio e ci lavora come se dovesse giocare lui, per poi insegnarlo ai giocatori in maniera chiarissima. Un giocatore può solo migliorare con un allenatore così. Quanto a me, devo ringraziarlo perché fin da subito mi ha dato tantissima fiducia, ma già lo sa perché abbiamo un ottimo rapporto".

Domenica il Teramo, poi la Viterbese e il Pontedera. Tre partite quasi decisive.

"È giusto affrontare questi match ed è giusto che abbiano un’importanza quasi vitale per noi, perché sono fondamentali ma non decisivi. È importante tenerlo bene a mente, altrimenti ci carichiamo di troppa pressione negativa che poi risulta controproducente".