Gianninoni: "Il basket è nel dna di famiglia"

Il giocatore dell’Olimpia: "Mio padre e mio fratello mi hanno trasmesso la passione per questo sport. Qui mi trovo bene, andremo lontano"

Migration

di Giacomo Gelati

Tra i frutti del frutteto dell’Olimpia Castello del presidente Massimo Ramini, che quest’anno ha scommesso sulla linea verde per affrontare il campionato di C Gold (il roster è a prevalenza U21), il nome del bolognese Jacopo Gianninoni è fra quelli più succosi del mercato compiuto dal gm Danilo Francesconi. Classe 1999 e cresciuto nelle giovanili della Virtus, Gianninoni è arrivato in estate dopo il triennio con la maglia di Molinella e oggi, dopo 8 giornate, viaggia a 12,1 di media: l’Olimpia è quinta (5-3 il bilancio) a -2 dal quartetto al primo posto.

Come vanno le cose in questo inizio di campionato?

"Per ora stanno andando bene e il campionato è molto competitivo ed equilibrato: tutte le partite le abbiamo vinte e perse di pochi punti, a dimostrazione del fatto che non c’è una super favorita e ogni gara è imprevedibile. Non abbiamo nessun rammarico, sono gare che si vincono sugli episodi e ne stiamo facendo tesoro".

Come si trova all’Olimpia?

"Ho trovato un ambiente molto serio e professionale, guidato da un coach col quale mi trovo bene. È un gruppo che grazie agli arrivi di Zhytaryuk, Iattoni e Masrè ha alzato l’asticella dell’esperienza. Abbiamo temporaneamente perso Salsini per infortunio ed è una cosa che all’inizio ha pesato visto che era fra i titolari, ma siamo stati bravi ad adattarci e a compattarci come gruppo. Per ora non guardiamo la classifica, ne riparleremo ad aprile-maggio".

Oltre al basket di cosa si occupa?

"Sono al terzo anno di Scienze motorie e la prossima estate mi laureo. Ma non so ancora il titolo della tesi, sto prendendo tempo".

Quando ha mosso i primi passi nel mondo della palla a spicchi?

"Diciamo che il basket è sicuramente lo sport di famiglia, dato che sia mio padre sia mio fratello hanno giocato trasmettendomi la passione. I primi passi li ho mossi a quattro anni con il baby basket, prima di iniziare il percorso in Virtus che dal minibasket mi ha portato fino all’U20: i miei allenatori sono stati Bruno Baccolini, Francesco Tabellini, Giordano Consolini e Federico Vecchi".

Che anni sono stati con la V nera?

"È stata un’esperienza bella e formativa, tanto sul piano sportivo quanto su quello personale: è stata una scuola di vita a tutti gli effetti. Nel 2017 abbiamo vinto lo scudetto U18 e ho giocato con Danilo Petrovic, Lorenzo Deri e Alessandro Pajola. Sono anche tifoso Virtus, anche se non riesco a seguirla a causa dei miei impegni sportivi".

Domenica alle 18 arriva Anzola. Che cosa si aspetta al PalaFerrari?

"Sarà una gara simile a quelle giocate finora e va approcciata nel modo giusto. Prima dell’ultima vittoria contro Forlimpopoli loro venivano da cinque sconfitte consecutive ed è proprio per questo che non dobbiamo abbassare la guardia vista la tipologia di campionato. Basti guardare cos’ha fatto la Cmp Global, ultima in classifica, che lo scorso weekend ha vinto di 20 contro la capolista".