Gol e freschezza: le speranze dell’Imolese

Nonostante il pesante ko a Reggio, i rossoblù hanno dato buoni segnali per provare una salvezza disperata: domenica c’è la Fermana

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di Andrea Voria

A Reggio, nonostante un punteggio a un passo dal diventare tennistico visto il 5-2 finale, si è vista una discreta Imolese contro un avversario a dir poco fuori portata. La Reggiana ha dominato, ha legittimato il largo vantaggio avuto soprattutto sul piano delle occasioni da gol e solo una grande imprecisione in fase conclusiva ha impedito al punteggio di diventare più rotondo.

Fatte queste premesse, si può dire che la prova dell’Imolese sia stata molto più incoraggiante e molto più positiva rispetto a quelle mostrate in altri frangenti, su tutti quelli interni contro la Viterbese o quelli in trasferta toscana contro Pontedera, Pistoiese e Grosseto.

In quei casi, forse complice anche l’assetto tattico disegnato da Fontana, l’Imolese è sembrata rinunciataria nello schieramento e nell’atteggiamento, andando sotto nel punteggio e rivelandosi incapace di portare il minimo pericolo offensivo. La causa principale del crollo di risultati avuto a febbraio non è da imputarsi alla tenuta difensiva, bensì a un attacco a dir poco sterile che ha trovato per otto partite un solo gol, peraltro su di rigore. La squadra, dall’1-1 contro l’Entella, ha messo a segno almeno una rete in tutte le tre partite successive, mettendo in difficoltà due squadre di alta classifica (settimo il Gubbio, seconda la Reggiana) trovando il pareggio nel corso del match, poi terminato con una sconfitta.

L’Imolese al Città del Tricolore ha chiuso sotto il primo tempo solo per colpa della magia di Zamparo e del gol viziato da fallo di mano di Contessa, mentre nella ripresa è andata a un passo dal 3-2. Le cose migliori sono state la fase di pressing alto, che in un paio di casi ha portato la squadra a recuperare palla nella trequarti della Reggiana, e la gamba mostrata da alcuni giocatori, su tutti un Leonardo Benedetti che sembra essersi ritrovato dopo il gol contro il Montevarchi. La mezzala era un fattore a inizio anno e può esserlo anche nel finale, così come un Alessandro Lombardi finalmente nel ruolo naturale e non improvvisato come esterno di attacco o seconda punta. Angeli, in difesa come terzino, garantisce più naturalezza nel ruolo rispetto a Cerretti e Lia non sta facendo rimpiangere Liviero, mentre a centrocampo la titolarità di D’Alena non può essere messa in discussione. Romano, eclettico nel ricoprire più ruoli, è sicuramente un esterno atipico, capace però di dire la sua.

Da migliorare c’è tanto, in particolare su alcuni episodi in cui la squadra ha dei piccoli blackout, costati almeno un paio di reti contro la Reggiana. Questo è ciò che Fontana dovrà cercare di evitare più di ogni altra cosa, perché se a Reggio Emilia gli spazi erano tanti, domenica contro la Fermana la partita sarà sicuramente molto più bloccata. La ritrovata freschezza dell’Imolese, se accoppiata a una maggior solidità, può essere l’arma con cui affrontare la Fermana, un match da dentro o fuori.