Gurioli: "Il sogno azzurro è diventato realtà"

Da Borgo Tossignano alla Nazionale dove ha esordito contro l’Irlanda nel Sei Nazioni: "Una grande emozione, non l’ho ancora digerita"

Gurioli: "Il sogno azzurro è diventato realtà"

Gurioli: "Il sogno azzurro è diventato realtà"

di Mattia Grandi

Il sogno di Laura Gurioli si è tinto d’azzurro. E i suoi due minuti in campo a Parma con la maglia dell’Italia nel vittorioso match del Sei Nazioni contro l’Irlanda (24-7 per la squadra del ct Giovanni Raineri, ndr) sono già nella storia. Stanno tutti nel pugno di una mano, infatti, i gettoni d’esordio nelle fila della Nazionale maggiore raccolti da atlete ed atleti ‘made in Romagna’. Partita da Borgo Tossignano, paesino nel cuore della vallata del Santerno, la Gurioli ha indossato la casacca delle Scarlet Imola e delle Fenici Bologna. Poi un lustro in costante ascesa con il Villorba Rugby con cui ha vinto lo scudetto nella stagione 20182019.

Gurioli, ha già smaltito l’adrenalina del debutto?

"Macché, è successo tutto così velocemente. Non me ne sono ancora resa conto. La sensazione è quella di un grande sogno che si è realizzato".

Da dove partiamo?

"Dalle prime convocazioni per i raduni azzurri che si sono susseguite con continuità dallo scorso dicembre. Chiamate che mi hanno dato la convinzione di essere sulla strada giusta".

Poi?

"Martedì della passata settimana è scattato il ritrovo della Nazionale per preparare il match nel Sei Nazioni contro l’Irlanda".

Un’esperienza che lei ha affrontato in buona compagnia.

"Con altre cinque compagne di squadra del Villorba: Alyssa D’Incà, Beatrice Capomaggi, Emanuela Stecca, Aura Muzzo e la capitana della compagine veneta Sara Barattin che vanta 114 presenze in Nazionale. Il loro supporto è stato un elemento fondamentale".

Ansia?

"Sì, nel pre-partita. Credo, però, che sia tutto piuttosto naturale. E’ una sensazione che mi aspettavo di provare".

Notte insonne quella della vigilia?

"No, sono riuscita a dormire". Istantanee da stadio.

"Spalti pieni, tribuna centrale gremita. Emozione alle stelle sulle prime note del nostro inno. Ecco, in quel momento ho capito che era tutto vero".

E quando il ct Raineri l’ha chiamata per fare il suo ingresso in campo da terza linea?

"Con pochi minuti a disposizione bisogna essere in grado di calarsi subito nella trama della partita. Sono entrata dopo l’ultima meta azzurra quando il risultato era in qualche modo agguantato".

Missione compiuta.

"Dovevamo impedire all’Irlanda di andare a meta e sono anche riuscita a fare un placcaggio. Dai, la mia parte l’ho fatta". Aspettative in ottica Nazionale per il futuro?

"Speriamo che tutto questo sia l’inizio di qualcos’altro. Ma non diciamo di più. Continuo a lavorare come ho sempre fatto".

Lei ormai risiede da tempo in Veneto. Come si trova?

"Bene, abito a Treviso. Ho completato il percorso di laurea a Villorba e lavoro poco distante come fisioterapista. Qui mi trovo bene, siamo un gruppo di 35 atlete ben affiatate dentro e fuori dal campo".

Perché il rugby e non altro?

"E’ stato un colpo di fulmine. Andavo alle scuole medie e alcuni tecnici dell’Imola Rugby vennero in palestra per reclutare qualche compagno di classe".

E, invece, trovarono lei.

"Mancavano i numeri per allestire una squadra di ragazze. Poi, con le mie amiche scout e alcune fidanzate di rugbisti locali, è partita l’avventura nella Coppa Italia di specialità a 7".

Ma non è stata una discesa.

"Lo stop di un anno per l’infortunio al ginocchio, qualche perplessità iniziale della mia famiglia sulla scelta e la voglia di inseguire il sogno a centinaia di chilometri da casa. Tra lavoro, allenamenti e partite domenicali torno di tanto in tanto a Borgo Tossignano. Ma che bello, ogni volta, riabbracciare i miei nipotini".