Troppo brutta per essere vera. Si può descrivere così, l’Imolese vista al Galli contro il Siena, avversaria sicuramente più attrezzata e con obbiettivi ben diversi da quelli dei rossoblù, ma ciò non giustifica la prestazione opaca e arrendevole dell’undici di mister Antonioli, confuso e messo sotto fin dal primo pallone toccato. Troppi, forse, gli esperimenti visti in mezzo al campo (8 cambi rispetto alla formazione di partenza a Lucca), ma è anche vero che se non vengono fatti ora, alla terza giornata, con tre partite in una settimana, poi diventa anche dura riuscire a valutare certi elementi a stagione in corso, quando il margine di errore rasenterà il minimo. Antonioli, questa volta, la chance l’ha data a tutti, nessuno dei "volti nuovi", però, è riuscito a coglierla. Scelte coraggiose quelle del tecnico lombardo, che nei tre dietro ha piazzato il debuttante Diaby (alla prima assoluta tra i professionisti), un battesimo di fuoco per il 18enne arrivato in prestito dal Verona, considerando che di fronte c’era quel vecchio lupo di mare di Alberto Paloschi, che a 32 anni, con quasi 300 presenze e 60 reti segnate in A, ha mostrato a tutti che il vizio del gol non lo perderà mai. Una rivoluzione che non ha toccato solo il reparto difensivo, dove oltre a Diaby è stato riproposto Milani, anche lui in costante difficolta contro il tridente bianconero, ma che è proseguita in mediana, col trio Zanini-Castellano-Bensaja, surclassato da Buglio, Castorani e Collodel, che a centrocampo hanno spadroneggiato in lungo e in largo. Note dolenti anche sulle fasce: il retropassaggio-assist di Agyemang a Depaoli, che ha consentito al Siena di calare il poker, è lo specchio non solo della sua prestazione, ma di quella generale del gruppo. E ci sarà da lavorare tanto anche in attacco, dove si è sentita eccome la mancanza di Stijepovic (entrato a partita archiviata), con la coppia Pagliuca-Attys che mai, in 45 minuti, è stata in grado di creare qualcosa. Ma siamo ancora all’inizio e l’auspicio è che sia stata solo una brutta giornata e che già da domenica, in casa della neopromossa Torres, l’Imolese ricominci a correre. I rossoblù devono ritrovare un’identità: è l’unica strada per uscire dal tunnel in cui Cerretti e compagni si sono infilati al Porta Elisa, preludio al tracollo di due giorni fa.
Giovanni Poggi