di Giovanni Poggi Primo esame fallito, amaramente. O meglio, alla prima delle due prove decisive in terra toscana (Pistoiese e Grosseto), l’Imolese non si è nemmeno presentata. Sì, i rossoblù potevano decisamente avere più fortuna (la trasferta colpita da Padovan sullo 0-0 grida ancora vendetta), ma è vero che non si possono nemmeno poi subire tre gol in 20 minuti, soprattutto in uno scontro da dentro o fuori come quello giocato al Melani. Un tris mortifero che fa rabbrividire anche i più fiduciosi, e che ha messo nuovamente a nudo i tanti limiti della truppa di Fontana che, spesso e volentieri, nell’arco dei 90’, una volta incassato il primo colpo, inizia a sfaldarsi, imbarcando acqua da tutte le parti: vedi domenica a Pistoia, e nella trasferta di Montevarchi, comprese le gare casalinghe con Carrarese e Viterbese. Ma questo non sarebbe nemmeno un dramma, se di tanto in tanto l’Imolese tornasse a vincere qualche partita: il problema vero è che se delle ultime 18 sfide riesci a portarne a casa soltanto una, allora di motivi per preoccuparsi ce ne sono a non finire. Il primo, ormai da mesi tema trito e ritrito dalle parti del Bacchilega, è quello del gol. Nelle prime dieci gare del 2022, i rossoblù sono stati capaci di segnare soltanto sette reti, tre delle quali sono arrivate in una singola partita (a Lucca lo scorso 18 gennaio, 3-3), e due a Siena, nel pareggio contro la formazione di Padalino. Questi 5 gol vanno poi conteggiati assieme al rigore di Liviero contro l’Olbia, e al jolly da tre punti di Luca Lombardi contro il Teramo, arrivato il 30 gennaio, un mese fa: data che in calendario rappresenta l’ultimo gol su azione dei rossoblù (prima di un digiuno che dura da 630’), nonché l’ultima vittoria in campionato. Tutti segnali che non fanno ben ...
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