L’Imolese di De Sarlo rimane ferma al palo

Situazione ancora in stand-by dopo la conferenza stampa di una settimana fa: Martone, Fontana e Montanari resteranno davvero?

Migration

di Andrea Voria

A dieci giorni abbondanti dal gol di Cerretti che ha sancito la permanenza in serie C e a una settimana dalla conferenza del presidente Antonio De Sarlo, al grido reiterato di "miglioreremo e faremo di più", poco o nulla si sa dell’Imolese che verrà. Da quel che trapela dal Bacchilega – o meglio, che non trapela – la sensazione è che si stia andando sempre più verso una sorta di guerra fredda fra i tre principali attori in gioco, ovvero il presidente, il direttore sportivo Martone e il tecnico Fontana, con il primo che non vuole procedere all’esonero e i secondi che non vogliono dimettersi.

Il vertice del 24 maggio, andato in scena al Bacchilega con De Sarlo, Martone, Fontana e Montanari protagonisti, non ha infatti dato alcun esito. Nessun comunicato ufficiale è stato emesso dopo le diverse ore di colloquio fra le parti, che quindi, nonostante le bocce del campionato siano ferme, non hanno trovato un accordo.

Il nodo principale, inutile dirlo, è quello legato a Martone che, forte di un contratto fino al 2026 (del quale si può discutere a lungo…), non ha alcuna intenzione di abdicare. Il rapporto con il presidente De Sarlo è compromesso già da tempo, ma il contratto in essere pone Martone in una indubbia posizione di vantaggio nei confronti del presidente, che al contrario non può permettersi di esonerarlo e di investire risorse in un diesse non operativo. Allo stesso tempo, è impossibile pensare a Martone all’opera come "uomo immagine della società", come venne presentato un anno fa, vista la tensione col presidente: una situazione nella quale a perderci sarebbe solo l’Imolese, che non ha peraltro in De Sarlo un presidente "di campo" alla Spagnoli, in grado di intervenire sulla squadra in prima persona.

L’intenzione sembra essere quella dell’inserimento di un doppio direttore sportivo (Carlo Musa, accostato a Imola prima di accasarsi al Teramo, potrebbe tornare in auge), ma anche in questo caso, oltre all’investimento economico di De Sarlo, è indispensabile una sinergia con il presidente, in particolare nelle scelte tecniche e nel budget da stanziare.

Scelte tecniche da condividere con Fontana, il vero artefice di questa salvezza, l’unico a non abbandonare la nave e a condurla in porto, pur attraverso alti e bassi. Il tecnico ha un contratto fino al 2023, ma un cambio di direttore sportivo potrebbe minarne la permanenza, oltre al fatto che difficilmente il tecnico calabrese accetterà di lavorare nelle condizioni in cui è stato messo in questa stagione.

Montanari, invece, è l’ultimo baluardo della fu gestione Spagnoli. Rimasto ai margini durante quest’anno, è da tempo con le valigie in mano, ma il presidente vorrebbe mantenerlo come collante fra la proprietà e Imola. Quattro attori, quattro volontà diverse ma, in questo momento, un tiro alla fune in perfetto equilibrio.

Se questo non si spezza, si corre il rischio di arrivare ai prossimi nastri di partenza in condizioni precarie e con un assetto societario formato da separati in casa, nel quale a perderci, inutile dirlo, sarebbe solamente l’Imolese.