Minardi Day, pienone e un fascino senza fine

Tutto esaurito tra simulatori e prove in pista con le monoposto che hanno fatto la storia

Minardi Day a Imola

Minardi Day a Imola

Imola, 7 maggio 2018 - Un successo annunciato. Anche la seconda e conclusiva giornata della 3ª edizione del Minardi Day si è chiusa con uno strepitoso successo di pubblico, nel nome dei roboanti motori turbo, cosworth e delle case automobilistiche che hanno fatto la storia delle monoposto: Ferrari, Dallara, Mercedes, Benetton-Alfa Romeo, Fittipaldi Automotive, Arrows, Surtees, Tyrrell, Fondmetal, Theodore. Oltre alle centinaia di vetture fatte di pistoni e cilindri veri, una delle attrazioni più moderne – che ha riscosso un ampio successo soprattutto tra il pubblico più giovane – è stato il box con sei simulatori che hanno lavorato a pieno regime, ospitando circa 200 persone al giorno.

I più tenaci però sono stati gli appassionati Lamborghini che, pur di effettuare un giro di pista a bordo della meravigliosa Huracan Performante, ieri mattina, si sono messi in fila già dalle 7,30. Ben prima dell’apertura del box. Tantissimi gli appassionati assiepati davanti alle transenne del box numero 1 dedicato al Team Amg-Petronas, cercando di strappare qualche foto. Da professionisti quali sono, gli uomini della scuderia Mercedes non hanno fatto entrare nessuno nel box, lasciando tutti in trepidante attesa.

La prima emozione della giornata è arrivata quando l’ingegnere Aldo Costa, il papà della W04 del 2013 – l’ultima freccia argento ad aver montato un motore V8 aspirato prima dell’avvento della power unit – ha messo a punto la sua creazione e l’ha fatta scendere sul circuito del Santerno. Insieme a lei, ben tre delle sette Ferrari presenti ai box e poi la Minardi PS04B guidata da Tredozi. Peccato che l’uscita di pista di una delle monoposto abbia fatto scattare la bandiera rossa, accorciando la prova in pista dei piloti.

Tra le ‘vecchie glorie’, Paolo Barilla, Luca Badoer, Pier Luigi Martini ed Emanuele Pirro. Tanta delusione nel pomeriggio per il mancato arrivo di Nick Heidfeld. Il pilota tedesco, classe 1977, in forza al Team indiano Mahindra in Formula E, sarebbe dovuto scendere in pista con la sua vettura, ma così non è stato. La monoposto elettrica ha percorso comunque un giro sul circuito del Santerno, dissipando la curiosità dei presenti. Il verdetto è stato univoco: i propulsori elettrici saranno il futuro, ma il fascino, l’emozione e tutta la passione racchiusa in un motore con pistoni, valvole e cilindri, non avrà mai eguali.