Narducci: "Il grande tennis passa anche per Imola"

L’ex campione azzurro lavora all’accademia della Koméro Generation: "Tanti i giovani promettenti, la Coppa Davis a Bologna sarà una vetrina super"

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di Mattia Grandi

È un momento d’oro per il tennis italiano. Il successo di Lorenzo Musetti all’Atp di Amburgo è soltanto la ciliegina sulla torta della straordinaria ascesa azzurra, tutta al maschile, nel ranking mondiale della specialità.

E sono già cinque gli atleti col tricolore nella top 100: Sinner, Berrettini, Musetti, Fognini e Sonego. Una vetrina d’oro che fa breccia nel cuore dei giovani e traina l’intero movimento. Anche a Imola. Ne sa qualcosa Massimiliano Narducci, ex Davis Man e numero 77 del mondo, oggi direttore della Koméro Tennis Generation.

Narducci, sono passati oltre 30 anni dalla sua affermazione all’Atp di Firenze. Il trionfo di Musetti le ha spalancato i cassetti della memoria?

"Ogni volta che un tennista italiano si aggiudica un torneo Atp vengono riaggiornate quelle statistiche in cui figura, orgogliosamente, anche il mio nome. Un ricordo indelebile".

Già, la sua affermazione toscana e le vittorie di Sandra Cecchini tra le donne.

"Annata da incorniciare, di quelle che capitano di rado. Dopo Musetti ho tifato per Lucia Bronzetti che si è arresa in finale a Palermo. Poteva essere un’accoppiata di risultati molto simile a quella del 1988".

Il suo amico Pietrangeli dice di aver trovato l’erede.

"Musetti sta facendo bene già da qualche anno. Un gioco brillante, colpi spettacolari e forza mentale. Per me è il talento più cristallino della comitiva azzurra".

Più di Sinner?

"Jannik è un fuoriclasse che oggi occupa la posizione numero 10 della graduatoria mondiale. Per qualità di gioco, però, io scelgo Musetti. Entro fine anno, massimo metà del 2023, lo immagino a ridosso delle primissime posizioni".

A beneficio di tutto il nostro movimento tennistico.

"Risultati di questo genere hanno un peso specifico notevole. Così come la visibilità concessa dai media alla disciplina. Da 5-6 anni la nostra fucina è tornata a sfornare talenti. E nelle scuole tennis è boom d’iscrizioni ai corsi".

Anche nel quartiere Pedagna a Imola dove lavora lei?

"Certo. Con la Koméro Tennis Generation, che è la scuola academy tennistica della città, si parte dai 6-7 anni di età e si arriva agli agonisti che sognano un futuro tra i big della racchetta". Prospetti interessanti?

"La punta di diamante del movimento imolese è Enrico Baldisserri. L’ho allenato fino a un mese fa nella mia struttura. Si è preso il lusso, da wild card, di superare il primo turno di qualificazione al torneo Itf di Bergamo. Un ragazzo di talento che si affaccia al pianeta professionismo. Un orgoglio per Imola".

A settembre ci sarà la Coppa Davis a Bologna.

"Vetrina straordinaria per la nostra regione e l’intera provincia. Devo ancora assimilare, però, la nuova formula della manifestazione. Resto innamorato delle romantiche modalità di gara della Davis dei miei tempi".