Per Allegri è l’ora di osare

Giuseppe Tassi

Se vince chi ha più fame, la Juve parte favorita. Se trionfa la qualità del gioco, l’Inter è un gradino sopra. La finale di Coppa Italia è l’unico trofeo possibile per la banda Allegri. Perfino il contestatissimo Pirlo l‘ha vinta un anno fa, prima di essere scaricato dall’amico Agnelli.

Ecco perché la Signora degli scudetti arriva motivata e affamatissima alla finale di Roma. E non è un caso che il difensivista Allegri giochi tutte le sue carte offensive, affidandosi al tridente con Morata e Dybala alle spalle del titano Vlahovic, a secco da quattro partite. Costretta ad osare, la Juve si appella al talento dei suoi fuoriclasse, consapevole che questa sia lunica strada per tenere testa alla qualità corale del gioco interista, decisamente superiore.

Costretto a lottare per due obiettivi, con il sanguinoso derby a distanza per lo scudetto, Inzaghi spera di ritrovare la magia dell’Inter migliore e pure la mira perduta. Lautaro è la sua arma più acuminata ma in una gara dal tatticismo esasperato Dzeko può essere l’uomo decisivo negli ultimi metri. E poi toccherà a Brozovic, Barella e Calhanoglu far valere muscoli e qualità nel duello con il centrocampo juventino alla perenne ricerca di equilibrio.

Sfida incertissima: quanto più Allegri saprà trasformare la gara in una corrida e in una guerra di nervi, tante più occasioni avrà di vincerla. E per l’Inter non sarà facile ritrovare la forza serena dei suoi grandi momenti.