Superbike a Imola, le ragazze in sella infiammano la pista / FOTO

Al Santerno Avalon Biddle e Ana Carrasco nella gara Supersport

Biddle e Carrasco insieme (foto Isolapress)

Biddle e Carrasco insieme (foto Isolapress)

Imola, 13 maggio 2017 - Il lato rosa delle moto. Tra le protagoniste a Imola nella categoria Supersport 300 ci sono anche due piloti donna. La grintosissima spagnola Ana Carrasco e la neozelandese Avalon Biddle. Oggi dopo le Superpole saranno sul palco con Cristina Buccino. Le abbiamo volute conoscere meglio.

IL TRUCK di Avalon Biddle, 24 anni, è poco distante da quello della Carrasco. Guida una Kawasaki Ninja300, sulla quale porta il numero 21. Avalon viene da Auckland, Nuova Zelanda. Nel 2015 e nel 2016 è stata la vincitrice della Women’s European Cup in sella ad una Honda.  Nelle foto è bionda, a Imola castana. Ha cambiato colore di capelli?  «Sì, mi ero stancata del mio colore ed ho fatto una prova con il castano. Essere pilota non significa che non sia un poco vanitosa: ho voluto a tutti i costi mantenere anche sotto al casco i miei capelli lunghi».  Cosa fa Avalon quando è fuori dalla pista?  «Mi piace andare in mountain bike, in palestra e uscire con gli amici. Al momento vivo metà dell’anno tra la Spagna e l’Italia, a Bergamo. Quando le gare me lo consentono torno a casa dalla mia famiglia, ma per arrivare in Nuova Zelanda il viaggio è lunghissimo per cui posso concedermelo solo a campionato finito».  Si riesce anche ad essere amici oltre che avversari?  «Certo. In pista non si guarda in faccia a nessuno e ognuno di noi è concentrato sul suo obbiettivo. Tutti cerchiamo di dare il meglio in gara, ma fuori si scherza e si ride insieme. Questo lavoro mi dà l’opportunità di conoscere gente di tutto il mondo e questo aspetto mi piace molto». Fino a quando pensa di rimanere in questo mondo?  «Sicuramente fino a quando mi divertirò a gareggiare. Certo, devono anche esserci i risultati, sono importanti perché mi consentono di trovare gli sponsor».  Come sta andando la stagione?  «Beh, vorrei migliorare la mia posizione nella classifica, attualmente sono a metà, ma il campionato è molto competitivo ed i piloti in gara sono tanti e tutti agguerriti». Come hai iniziato a gareggiare? «A dire il vero il merito o la colpa, non so, è del mio papà. Lui è un appassionato di tutti gli sport motoristici e così sia io che mio fratello abbiamo iniziato con il motocross. Poi, per me, il percorso è stato diverso e sono arrivata qui, in Europa.» 

ANA CARRASCO ha 20 anni ed è alla sua prima esperienza a Imola, ma nella prima giornata di prove i tempi non sono stati niente male. Dopo il debutto nel 2013 in Moto3 in sella ad una KTM, è stata la prima donna spagnola ad andare a punti nel motomondiale (prima di lei la tedesca Katja Poensgen). Anche lei guida una Kawasaki, Ana, ad Assen è stata anche in testa per alcuni giri, poi ha concluso settima. Che cosa serve a una donna per essere un buon pilota? «Io non credo ci sia differenza tra uomo e donna. In gara siamo tutti uguali. Ciò che conta è la grinta e la voglia di vincere. Certo, io mi devo allenare di più in palestra rispetto ai miei avversari per gestire al meglio la potenza della moto, ma ciò che fa la differenza, è proprio la potenza della moto, ed io quest’anno sono competitiva. Spero che arrivino anche dei buoni risultati perché arrivo da un paio di stagioni per me deludenti. Il mio obbiettivo sarebbe quello di concludere la stagione entro i primi 10». Ha qualche rito scaramantico? «No, nessuno in particolare. Spesso però indosso qualcosa di rosa. A Imola i calzini (e sorride). E prima di ogni gara ascolto musica per rilassarmi e concentrarmi». Che cosa fa quando non corre? «Sono iscritta all’università, studio legge. Forse un giorno farò l’avvocato ma intanto penso a correre in moto». Quanto è importante la tua famiglia? «Se sono qui è grazie alla passione che il mio papà mi ha trasmesso, lui è un meccanico, e nei fine settimana andavo a correre. Lui mi ha regalato la mia prima minimoto con cui ho iniziato a gareggiare. Sono molto riconoscente ai miei famigliari per il supporto e il sostegno che mi hanno sempre dato. Loro sono il mio punto di riferimento sia nei momenti difficili che quando raggiungo un buon obbiettivo. Ho un fratello ed una sorella a cui sono molto legata ma soltanto io ho ereditato questa passione… credo che sia dovuto al mio temperamento! Mi piace la velocità e l’adrenalina che provo mentre corro, e sono molto competitiva».