Non ho mai scritto lettere di addio e ora cara Signora, all'età di 60 anni mi vedo costretta ad arrendermi e a compiere un gesto che mai avrei pensato di fare. Mai avrei pensato quando camminavo in San Vitale per raggiungere l'Istituto Magistrale dove ho studiato, quando vendevo i miei libri usati da Nanni sotto il pavaglione, quando all'uscita da scuola prendevo la focaccia con la panna in Piazza Maggiore e sentivo l'eco dei miei passi sotto i portici. Mai avrei pensato di lasciarti cara vecchia Signora, che nonostante gli anni godevi di ottima salute.
Non vedo più i volti sorridenti di un tempo e i saluti cordiali per strada, troppa paura mi assale e non mi sento sicura quando sono in strada o quando sono chiusa in casa barricata come in prigione. Volti violenti e prepotenti, gesti incomprensibili che non tollero più. Mi sono arresa, mia vecchia Bologna, scusami, non è mancanza di amore,ma l'egoismo di una donna che cerca un luogo amichevole e sereno per la sua pensione.
Vorrei gridare "ridatemi la mia Bologna" ma so che questo non è più possibile. Ti lascio Bologna per trasferirmi in un paesino in Trentino, ma ti ringrazio, sei stata la mia meravigliosa unica città e io ti ricorderò per sempre.
Antonella Livi