Luoghi comuni per il politicamente corretto

La voce dei lettori

È un’ondata di esaltazione del politicamente corretto e delle virtù della sinistra, a fronte di un accanimento spregiudicato e spesso gratuito, contro i partiti di governo e lo stesso esecutivo legittimato dalla maggioranza degli italiani che, tuttavia, non può nulla contro la potenza di fuoco del pensiero unico dominante abitato dai media e dagli esponenti cosiddetti progressisti. Il pur equilibrato e, per molti versi, stimabile, presidente Pd di una regione in televisione si è attribuito il merito di collaborare per i problemi delle crescenti ondate migratorie perché si è recato in un porto della sua regione ad accogliere qualche decina di persone sbarcate. Un cucchiaino per asciugare il Mediterraneo. Ha invece accusato il governo di non aver fatto niente dopo aver annunciato nel Cdm di Cutro di voler promuovere i corridoi umanitari. Che è cosa molto complessa e richiede tanti interventi diversi e molto tempo e per la quale il partito del presidente stesso, al governo per due legislature, poteva nel frattempo avviare il cammino. Ma chi conduceva la trasmissione non ha avuto nulla da obiettare. Tanto per restare in tema di manicheismo, nel prosieguo si è gettata la croce addosso a chi fotografa le persone mentre commettono un reato per le quali è stato invocato il diritto alla riservatezza che in tal modo verrebbe violato. I luoghi comuni così sono diventati straripanti a discapito di qualsiasi tentativo di approcciare la realtà con un minimo di buon senso, per il quale ormai non c’è più spazio. Ed è disperante dover constatare che, vista l’enorme sproporzione delle forze in campo – dogmi contro ricerca della verità –  la volontà dei più verrà prima o poi cancellata.

Enrico Venturoli