Meglio potenziare il Pronto soccorso al posto dei Cau

Leggo sul sito del Policlinico di Modena che, come previsto dalle linee guida della Regione Emilia- Romagna, da ottobre 2021, sono entrati in vigore al pronto soccorso i nuovi “codici colore”. Ripensando a quello che ho visto giorni fa mi verrebbe dire che i codici a colori abbiano un senso forse solo a carnevale. Al pronto soccorso del Policlinico, un’anziana disabile entrata intorno alle 18.30 ha dovuto attendere più di sei ore prima di essere ricoverata nonostante le fosse stato assegnato il “codice arancione” che, secondo le linee guida della Regione, significa “urgenza indifferibile con 15 minuti come tempo di attesa massimo per la visita medica, condizione stabile con elevato rischio di evoluzione”. A cosa servono i “codici colore” se non vengono rispettati dagli stessi che li assegnano? Si merita forse il nome di Pronto soccorso una struttura sanitaria che non riesce a soccorrere nei tempi dovuti neppure le urgenze? Ho deciso di scrivervi affinché questo triste episodio non finisca per divenire normalità nel caos generale del Pronto soccorso del Policlinico. Se rabbia e nervosismo si diffondono laddove, al contrario, dovrebbe esserci sollievo e tranquillità, occorre intervenire perché il problema non sono le troppe persone che si ammalano ma il mancato rispetto delle linee guida che la stessa Regione stabilisce. I finanziamenti per la sanità pubblica scarseggiano? Nell’economia della massaia in tempi di crisi si stabiliscono delle priorità: sono stati investiti milioni di euro nei CAU surrogati dell’emergenza/urgenza. Non sarebbe stato meglio potenziare il servizio di Pronto Soccorso? 

Sabina Piccinini