Confesso che non se ne può più di sentire parlare dei continui infortuni sul lavoro, soprattutto quelli mortali che, in realtà spesso potrebbero essere qualificati come omicidi colposi e sentire, dopo ogni evento tragico, le solite litanie di politici e rappresentanti delle Istituzioni. Ogni volta il copione prevede che si dicano parole indignate, sempre le stesse come: mai più, non si deve morire sul lavoro; poi i Sindacati intervengono, sempre dopo i gravi infortuni, organizzando uno sciopero e cosi il rituale si ripete all’infinito.
Anche loro dovrebbero fare molto di più per la tutela dei lavoratori. I giornali e le tv dedicano le prime pagine e i titoli di apertura all’evento e poi dopo pochi giorni, i fatti vengono consegnati all’oblio. Pare del tutto evidente che non c’è la consapevolezza e forse neanche la volontà, di cosa si dovrebbe fare, si parla spesso di più ispettori e formazione dei lavoratori ma, i dati dimostrano che non è sufficiente. Abbiamo un' ottima legge che tutela la salute e la sicurezza sul lavoro ma, se non viene applicata seriamente, da sola non può cambiare le cose. In Italia abbiamo circa mille morti sul lavoro all’anno mentre, in Gran Bretagna un Paese assolutamente comparabile con il nostro, i morti sul lavoro si aggirano sui 150 all’anno. Le soluzioni ci sarebbero ma quasi tutti si limitano a parlare di controlli e formazione: così per loro è tutto molto più semplice. Si dice che la Sicurezza sul lavoro sia un indice di civiltà di un Paese. Pietro Balugani