{{IMG_SX}}Firenze, 10 febbraio 2008 - Giovani, incensurati e assolutamente insospettabili. Speravano di passare inosservati, ma non avevano fatto i conti con il fiuto dei cani antidroga della guardia di finanza. Due fidanzatini di 20 anni, un autotrasportatore fiorentino e una studentessa del Polimoda, domiciliata a Firenze, ma originaria di San Ginesio, in provincia di Macerata, sono stati arrestati con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Il piano della coppia è andato in fumo il 6 febbraio, pochi minuti dopo essere atterrata all’aeroporto fiorentino di Peretola. I due fidanzati, provenienti da Madrid, stavano cercando di oltrepassare la dogana con 700 grami di hashish.

I controlli allo scalo spagnolo di Barajas avevano dato esito negativo. Il volo non aveva riservato sorprese. Non restava che scendere dall’aereo e imboccare la porta di uscita dell’aeroporto.
Tutto, insomma, lasciava sperare che il viaggio si concludesse nel migliore dei modi, anche perché nessuno, almeno a prima vista, si sarebbe mai potuto accorgere della droga.
Per non essere scoperti, i due ragazzi si erano imbottiti di ovuli e involucri termosaldati.
La droga era stata nascosta nello stomaco, nelle mutande, nelle scarpe, nell’intestino e anche nelle parti intime. Nessuno, a parte i cani, se ne sarebbe mai potuto accorgere.

I fidanzatini, però, non sapevano che il giorno prima gli uomini del nucleo operativo della guardia di finanza avevano arrestato un sudamericano che stava cercando di superare la dogana con due chili di cocaina.
I controlli, già frequenti per i passeggeri provenienti dalla Spagna e dal nordafrica, erano stati notevolmente intensificati. Per questo motivo, quando hanno superato la dogana, non hanno avuto scampo.
I fidanzatini, finiti nel mirino dei cani antidroga della guardia di finanza, sono stati arrestati con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.

Ieri mattina, dopo due giorni di camera di sicurezza, sono comparsi davanti al gip Silvio De Luca per la convalida degli arresti. I ragazzi, assistiti dagli avvocati Corso Gineprari del foro di Firenze e dal collega Gialuca Gattari di Macerata, sono stati scarcerati. A loro carico, visto che sono entrambi incensurati, solo la misura cautelare dell’obbligo di firma.