{{IMG_SX}}Macerata, 19 marzo 2008 - Sdoganato da Papa Ratzinger, che ne ha riaffermato l’esistenza scatenandogli contro una vera e propria guerra spirituale, il demonio è tornato — almeno formalmente, se mai se n’era andato — nelle diocesi di tutta Italia.

 

Presenza ingombrante, la sua, come forse non ci si rende ben conto, ma come certamente sa chi contro queste manifestazioni diaboliche quotidianamente lotta. E’, caso più unico che raro, un sacerdote di un piccolo convento dell’entroterra maceratese.

 

Ogni martedì e venerdì il suo piccolo studiolo — una stanzetta spoglia, un tavolo rotondo con un paio di sedie, e pareti su cui campeggia l’immagine di San Michele Arcangelo che calpesta il capo del demonio — accoglie uomini e donne, giovani e vecchi, studenti universitari, casalinghe e commercianti.

 

Ha più di ottant’anni ma non li dimostra. Un contegno grave e compassato. Dà l’idea di averne viste parecchie. E’ solo per questo, in effetti, che preferisce non rivelare il suo nome: "Arrivano già adesso da tutta Italia, oltre che da tutta la provincia. Se mettete anche il nome sul giornale..."

 

Il demonio sceglie così tante vittime proprio qui? "Il fatto è che il diritto canonico prescrive al vescovo di nominare almeno un esorcista, ma questo non è recepito da tutti. Così nella Chiesa di oggi c’è un vero e proprio peccato di omissione, non ci si rende conto della necessità".

 

C’è, questa necessità? "C’è eccome. Lo dimostra il fatto che ricevo visite da ogni parte d’Italia. Spesso chi soffre non sa a chi rivolgersi. C’è un atteggiamento di scetticismo da parte del clero, di sottovalutazione del potere del maligno. C’è persino chi si dice 'contrario' ritenendo la demonologia roba da Medioevo. E’ vero che ci sono anche sacerdoti che si dichiarano esorcisti senza esserlo. Ma in quel caso va corretto l’abuso, non eliminato l’uso".

 

Lei come è diventato esorcista? "Mi sono offerto. Come confessore mi trovavo spesso ad ascoltare persone malate che non riuscivano a curarsi con la scienza medica. Così, ho cominciato a fare pratica. Non esistono scuole che preparino gli esorcisti. I sacerdoti oggigiorno escono dal seminario semianalfabeti in materia. Anche per questo i vescovi fanno difficoltà a trovare sacerdoti disponibili. Eppure Gesù nel Vangelo dice ‘cacciate i demoni’".

 

Chi, di solito, cerca il suo aiuto? "Va detto che molti vengono senza averne bisogno: nell’impazienza di guarire le provano tutte. Poi ci sono diversi gradi di manifestazioni diaboliche". Ad esempio? "C’è chi soffre di infestazioni diaboliche. Succede quando il demonio interviene sulle cose: c’è chi si ritrova la casa improvvisamente infestata dagli insetti, crepe sui muri, acqua rossa come il sangue che sgorga dal rubinetto, il letto che comincia a ballare...".

 

Poi? "Poi ci sono le vessazioni diaboliche, che attaccano le persone. Qualcuno non riesce più a dormire, a qualcun altro si gonfia inspiegabilmente la pancia, brillanti studenti non riescono più a studiare... Poi ci sono le ossessioni diaboliche, le idee fisse: della morte, del suicidio. E infine le vere e proprie possessioni, ben più rare".

 

Le sono capitati casi di possessione diabolica? "La maggior parte della gente è colpita da malefìci. Che si combattono con riti e preghiere di liberazione. Gli indemoniati sono rari: hanno una violenza irrefrenabile, incontrollata. A volte devo farmi aiutare da qualcuno per riuscire a gestirli. E poi rifiutano tutto ciò che è sacro: l’acqua benedetta, la Chiesa. Parlare lingue antiche al contrario, ma io non li ho mai sentiti".

 

Ha mai visto il diavolo manifestarsi in qualche modo? "No". Come fa a capire se ha davanti un posseduto o uno psicotico? "Ogni esorcista ha i suoi test. Innanzitutto chiedo se hanno frequentato maghi o sette, perché a volte il diavolo si serve di altri per fare del male. Poi metto le mani sulla testa, premo sulle tempie e dietro le orecchie. Oppure tocco le spalle, il petto... Se cominciano a urlare forte, a sentire un’intensa sensazione di freddo o caldo, un dolore fortissimo, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Spesso dal punto che fa male si capisce l’origine. Chi soffre al petto può vivere un fidanzamento o un matrimonio contrastato. Oppure ci sono negozianti che perdono inspiegabilmente i clienti da un giorno all’altro...".

 

Accertata la presenza del diavolo, cosa prevede il rito? "Si invoca dapprima San Michele Arcangelo, il nostro patrono, che ha vinto gli spiriti ribelli. Poi c’è una preghiera di liberazione in forma dialogata. Poi c’è l’imposizione delle mani e la benedizione. A cui ovviamente deve seguire la pratica religiosa costante, altrimenti è tutto inutile. Non esiste la guarigione istantanea, e io non sono un guaritore: prego solamente, il resto lo fa il Signore. Per questo a volte io dico che le ingerenze diaboliche fanno bene. Fanno convertire chi non crede a niente".

 

Ma la preghiera di esorcismo vera e propria? "In quel caso il sacerdote attacca direttamente il demonio con frasi in latino (comincia a leggere): “Ti scongiuro satana, nemico dell’umana salvezza, allontanati da questa creatura...” Quando poi si nomina la Madonna, che gli ha schiacciato il capo, si arrabbia moltissimo".

 

Usa anche degli strumenti? "Sì. Questo (prende dei piccoli contenitori in una sorta di 'kit') è il sale esorcizzato, benedetto contro le influenze diaboliche. Consiglio di tenerne un po’ in tasca, di metterne un po’ sotto il predellino dell’auto, ai quattro angoli della casa, soprattutto della camera da letto. Poi c’è l’olio esorcizzato: perché a volte il malefico per fare del male fa bere o mangiare alimenti malefici. Insomma, con questo ci si può condire tranquillamente l’insalata".