{{IMG_SX}}Macerata, 5 aprile 2008 - A poggio Sorifa di Fiuminata, un piccolo viadotto coperto da erbacce porta all’imbocco di quello che avrebbe dovuto essere il Traforo del Cornello, un’arteria di sei chilometri, giudicata strategica per l’attraversamento interregionale Marche-Umbria. L’opera è morta sul nascere, e oggi in provincia è la regina delle incompiute: i lavori per la sua realizzazione dovevano essere finiti 13 anni fa, il 26 gennaio 1995. E, invece, tutto è fermo da oltre un decennio. Non ci sono ritardi, pure gravi. Il fatto è che al momento non esiste alcuna possibilità — né c’è l’intenzione — di completare il traforo e la strada: mancano soldi e ognuno dei soggetti coinvolti nella vicenda si rimpalla le responsabilità, in un ginepraio inestricabile di competenze per chiarire il quale si è andati al Tar e al Consiglio di Stato. Il risultato è chiaro.

 

I circa 700 metri di galleria realizzati, come pure il viadotto d’accesso, costati 6 miliardi di lire dell’epoca (1994) sono inutilizzabili: soldi buttati al vento. Ma secondo l’architetto Luigi Cristini, coordinatore del gruppo dei progettisti incaricati nel 1985 dalla Comunità Montana delle Alte Valli del Potenza di redigere il primo progetto, lo spreco è molto più grande, attorno ai 12 milioni di euro. "Da una valutazione basata su documenti disponibili e su stime effettuate — ha scritto nell’esposto-denuncia inviato alla Corte dei Conti delle Marche il 20 agosto 2005 — il danno all’erario, al valore attuale, può considerarsi intorno ai 25 miliardi di vecchie lire, esclusi gli interessi sul capitale investito e in via di completo deterioramento, ed escluso il costo degli espropri ai terreni privati effettuati dall’Anas".

Un caso emblematico: per il cattivo uso dei denari pubblici e per il modo in cui è stata gestita la vicenda. Già nel 1971, infatti, il consiglio provinciale, approvò un ordine del giorno in cui definiva irrinunciabile l’ammodernamento delle due arterie stradali di fondovalle "sulla val di Chienti che si diparte da Portocivitanova...e sulla val Potenza che si diparte dal Bivio della Regina e si innesta sulla Flaminia a Nocera Umbra, passando per Villa Potenza, Castelraimondo, Passo Cornello". Un’indicazione salomonica, per non scontentare nessuno. In ogni caso l’indicazione venne accolta nello "Schema di sviluppo regionale" del 1974 e in una successiva delibera della giunta regionale dell’ottobre 1975. Nel gennaio 1977, nella relazione del presidente della Provincia, si sostiene la priorità di continuare con la val di Chienti, ma anche di stabilire come seconda priorità "il traforo del Passo del Cornello", come ribadito dalla giunta regionale, che nel 1982 stanzia i primi fondi: 50 milioni come contributo per la progettazione dell’opera.

Nel marzo 1983 la Comunità Montana delle Alte Valli del Potenza e dell’Esino affida ad un gruppo di professionisti, coordinati dall’architetto Luigi Cristini, l’incarico della progettazione di massima dell’ammodernamento della statale 361, tratto Torre del Parco–Nocera Umbra poi si cambia il 2 settembre 1985, quando si assegna un nuovo incarico per il progetto esecutivo, modificato il 4 ottobre del 1988, detto “Traforo del Cornello”, tratto funzionale da località Poggio Sorifa di Fiuminata allo svincolo Flaminia Nuova, località Poggio Parrano di Nocera Umbra. Il progetto viene definitivamente approvato dall’Anas nel 1990. Viene indetta la gara d’appalto per il primo stralcio (14 miliardi di lire). I lavori vengono consegnati il 5 febbraio del 1993, per fermarsi circa un anno dopo; poi sono ripresi, per bloccarsi nel 1997. Intanto la Statale 361 viene declassata a provinciale: la Provincia prende in carico la strada, ma non il cantiere del traforo, che ritiene di pertinenza dell’Anas.

 

Tutto tace. Nel 2004, per sollecitare il completamento dell’opera, la Comunità Montana ricorre al Tar contro Anas, Provincia e Regione, mentre la Corte dei Conti apre un’istruttoria sul caso. All’inizio del 2006 il Tar accoglie il ricorso della Comunità Montana, imponendo a Provincia e Regione di pronunciarsi sul traforo. La Regione (gennaio 2007) chiarisce che non ha intenzione di completare il traforo del Cornello (decisione contro la quale la Comunità Montana ha proposto un nuovo ricorso al Tar), mentre la Provincia si appella al Consiglio di Stato, che le dà ragione (marzo 2007): l’opera non è di sua pertinenza. E, allora, a chi tocca?
"L’opera, a suo tempo programmata dall’Anas —ha detto a suo tempo il presidente Silenzi — non può rimanere incompiuta e deve essere completata dall’ente che aveva iniziato i lavori: direttamente, o fornendo ad altri le risorse necessarie". Già, ma quando, considerato che servirebbero, oggi 120 milioni di euro?