{{IMG_SX}}Macerata, 28 maggio 2008 - I clandestini del centro storico rilanciano. Dopo la prima udienza contro le multe dovute alle telecamere, annunciano già nuovi ricorsi, dal Csm e al Garante per la privacy, per dimostrare che tutto il sistema è fuori legge. Lo anticipano gli avvocati Di Buono e Iannino, che con la loro associazione 'Atudus' rappresentano circa 700 persone.

 

Ieri, davanti al giudice di pace, si è tenuta l’udienza per circa 30 ricorsi, i primi della massa presentata dai due legali. L’avvocato Di Buono ha subito sollevato un’eccezione pregiudiziale, sostenendo che le notifiche di tutte le multe sono illegittime, perché non effettuate da un ufficiale giudiziario ma da una società privata.

 

Il giudice dunque ha rinviato la decisione, fissando le nuove udienze a settembre e ottobre. Se l’eccezione venisse accolta, non si dovrebbe neppure andare a vedere il merito della causa, perché la sanzione dovrebbe essere annullata automaticamente. "Il Comune — spiega l’avvocato Andrea Di Buono — ha affidato alla società Sapidata la notifica delle multe, ma bisogna accertare chi fa le visure al Pra, chi viene a conoscere i dati dei cittadini".

 

Per chiarire definitivamente la questione, i legali dell’Atudus faranno un ricorso contro il Comune per la violazione della privacy. "Stiamo preparando anche il ricorso al Garante, per avere finalmente un parere su questa vicenda".

 

Nel frattempo, le contestazioni contro le multe continuano ad aumentare. "Abbiamo circa 700 iscritti, e considerato che alcuni hanno preso anche 60 multe, calcoliamo che in media ogni iscritto ne abbia ricevute 5, e per tutte abbiamo fatto il ricorso. Abbiamo già udienze fissate al 2009". Le contestazioni riguardano molti aspetti, dalle notifiche ai cartelli che segnalano la presenza delle telecamere.

 

Dal canto suo, il Comune sembra piuttosto tranquillo. Le prime cause, presentate da singoli cittadini, sono andate a suo favore. E ora addirittura l’amministrazione, che all’inizio aveva chiesto la tutela dell’avvocato Giancarlo Fazi, ha deciso di difendersi da sola, cosa possibile per le cause di valore inferiore ai 2.500 euro. In aula vengono mandati gli ufficiali della polizia giudiziaria, delegati a rappresentare il Comune.

 

Anche su questo punto, in realtà, c’è qualche contestazione: gli avvocati Iannino e Di Buono infatti ritengono che la delega non sia valida, e minacciano di rivolgersi al Csm se i giudici onorari non verificheranno la correttezza della costituzione di parte. Anche su questo punto dunque il tribunale dovrà dire chi ha ragione.