{{IMG_SX}}Porto Recanati, 6 marzo 2009 - La solita, desolante giaculatoria. "Sono esausto, stufo di ripetere sempre le stesse cose. Dove sono andate a finire le promesse?" esala Enzo Pandolfi sotto la veranda della ‘Rotonda’. Le scarpe calpestano una poltiglia d’acqua e terriccio, prosciugata dalle pompe idrauliche.

 

L’Adriatico s’è rifatto vivo, l’altra notte. Una mareggiata, l’ennesima. Uno stillicidio, su un chilometro di spiaggia che ancora sanguina delle ferite di dicembre. Trema il profondo sud, dal 'Vascello' allo chalet 'Mauro'. "Qua si scivola di male in peggio" si sbraccia Marco Antognini. "Bastano due colpi di mare (un grumo di onde, col vento di scirocco, ndr) e ci troviamo con l’acqua in strada, dentro agli stabilimenti".

 

Già, l’Adriatico si è infilato fin dentro la sala-ristorante dello chalet Mauro. Hanno dovuto lavorare di scopa e stracci. Ha allagato la fine di via delle Nazioni, il sottoposso che sbuca sulla statale. "Sono già tre volte che l’Italspurgo fa avanti e indietro" aggiunge Mauro Antognini. Al “Tutto Esaurito”, le solite montagne di terra che invadono un campeggio sottosopra. Con l’acqua sul pavimento del ristorante, la recinzione a mezz’asta.

 

"Dopo le 'sfilate' e le promesse, è finito tutto a tarallucci e vino" mastica amaro Silvio Scalabroni: "Viviamo un’emergenza continua. Abbiamo messo e rimesso le mani al portafogli per pagarci i danni. Ecco il risultato". Allagato anche “Il Vascello”, montagne di terra fin sulla strada, pozzangheroni d’acqua putrida, legname e lerciume.

 

La spiaggia non c’è più. "C’è — dice Enzo Pandolfi — chi voleva aprire ad aprile, ma in queste condizioni è impossibile. Non c’è neanche il tempo per riassettare alla meglio quello che c’è. Una cosa è certa: su quei parcheggi (e indica quello più vicino, ridotto a un colabrodo di terra) non ci butto più una lira". La solita, desolante giaculatoria…