Sindacalisti del sisma

Macerata, 17 giugno 2019 - Vox populi vox dei, voce di popolo voce di Dio. Ma vale anche il contrario: se la voce è quella di Dio, o di chi lo rappresenta, significa che è reale anche il pensiero dei cittadini. Un disagio non ancora sanato nelle Marche spazzate dal sisma del 2016. Papa Francesco Bergoglio e l’arcivescovo di Camerino, Francesco Massara, hanno assaggiato biscotti, crostata e caffè con i «profughi del terremoto», ma hanno anche indossato gli abiti dei «sindacalisti del sisma».

Hanno portato preghiere e assistenza spirituale poi sono passati ad aspetti più terreni, che ai terremotati interessano quanto la cura dell’anima: un appello contro la ricostruzione lenta e la burocrazia che inceppa il meccanismo. Il vescovo, sapendo di avere le spalle coperte dal Pontefice,si è spinto fino a parlare di «terremoto delle promesse». Le proteste dei «profughi del sisma» a Roma, i cortei, gli appelli dunque non sono esagerazioni. Il rettore dell’Università di Urbino aggiunge che «bisogna riaccendere i fari» sulla ricostruzione. Comuni, Regione, Protezione civile sono fatti di uomini che danno il massimo anche per rilanciare, fra le altre cose, il turismo. Ma la macchina avanza a strappi, procede ai 50 all’ora mentre qui va abolito il limite di velocità. Concetti noti, ma come nel Gattopardo tutto cambia perchè nulla cambi.

La percentuale di lavori terminati per gli edifici pubblici, scuole comprese, è appena del 6%. Nel campo dei privati solo il 35% delle pratiche è stato autorizzato, per le abitazioni siamo fermi al 10%. Troppe case, aziende, capannoni aspettano pietre nuove al posto delle macerie. Ma se un privato per ricostruire deve fare una gara con tre ditte con coda infinita di carta bollata e attese incerte è facile capire perchè. Le norme ordinarie non vanno d’accordo con l’emergenza. Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, chiede al governo gialloverde norme più semplici che il precedente governo di sinistra ha reso forse troppo complicate. Bene, la Regione però potrebbe prestare personale ai Comuni sommersi di pratiche. Meglio che niente. Intanto speriamo che le parole del Papa, che stavolta si è occupato di terremotati e non di migranti, arrivino lassù, dove di solito le promesse le mantengono.