Jonny Greenwood: "Ho vissuto il terremoto, ecco perché suono allo Sferisterio"

Intervista al chitarrista dei Radiohead: “Rispondo così al terrore che ho vissuto in quei giorni“

Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead (Foto Olycom)

Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead (Foto Olycom)

Macerata, 11 luglio 2017 - Un concerto unico, il 20 agosto, allo Sferisterio di Macerata. Musica e solidarietà: Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, si esibirà insieme con la voce della band inglese, Thom Yorke. Uno spettacolo il cui ricavato sarà completamente devoluto a favore delle popolazioni colpite dal terremoto delle Marche.

 

Greenwood, si trovava nella sua casa a Monsampietro Morico, nel Fermano, durante il primo sisma, il 24 agosto?

«Sì e di nuovo a ottobre per l’altro, molto forte. Noi ci siamo spaventati parecchio, ma siamo stati fortunati. Siamo scappati dalla porta anteriore proprio mentre un comignolo stava cadendo in corrispondenza della porta posteriore. Abbiamo girato a destra e non a sinistra: sono felice. Sappiamo che dobbiamo metterci sotto un tavolo, la prossima volta».

Cosa ha provato in quei momenti?

«È spaventoso pensare che tutti, per chilometri e chilometri intorno, stavano avvertendo la stessa potenza distruttiva, più a ovest era anche peggiore. La cosa sorprendente era il rumore. Si potevano sentire le scosse successive avvicinarsi. Mi rendo conto che niente di tutto ciò è nuovo per i marchigiani, che hanno sofferto così tanto».

E ora, quali sono i ricordi?

«Ricordo la tristezza dei giorni seguenti. I villaggi vuoti e le persone sotto choc, che dormivano in macchina ed erano angosciate per il futuro».

Quando le è venuta l’idea di suonare nelle Marche?

«C’è il rischio che tutto venga dimenticato o peggio la supposizione che il problema sia finito. Ma di certo non è così ed è importante che l’attenzione sulle Marche resti alta. Speriamo di dare un supporto per il restauro delle opere d’arte danneggiate dalle scosse. È soltanto una piccola cosa, se paragonata alle case distrutte, ma possiamo contribuire a un cambiamento: nei precedenti terremoti, le opere d’arte danneggiate sono state spedite fuori e non sono mai più tornate. Dovrebbero restare nelle Marche, invece».

Perché avete scelto lo Sferisterio di Macerata?

«È una bella sede e poche band vanno a suonare in quella parte d’Italia. Sembra che perfino gli stessi italiani abbiano una vaga idea di Macerata e di dove sia esattamente».

Quindi è legato a questa terra?

«Ho un alto rispetto per i marchigiani, gente davvero giudiziosa che ammiro tantissimo. E anche molto paziente, stando a come loro reagiscono bene al mio italiano terribile. Ho molti amici stimolanti lì, tutti molto risoluti e leali».

Come mai Thom Yorke ha deciso di accompagnarla a Macerata?

«È un buon amico ed era felice di aiutare. Ci divertiamo a suonare insieme».

I biglietti sono terminati in quattro minuti. Lei e Yorke siete stati contenti di questo?

«Ho saputo. Incute timore sapere che c’è così tanto interesse. Proveremo a essere all’altezza delle aspettative delle persone».

Suonerete una selezione di canzoni dei Radiohead. Vi esibirete con due chitarre? Oppure userete altri strumenti?

«Ci porteremo un mucchio di strumenti e passeremo la serata cambiandoli, credo. Infatti sto provando a mettere insieme una lista di strumenti...».

Qualcun altro si esibirà insieme a voi?

«Non credo, ma sono emozionato all’idea che altri musicisti italiani suoneranno quella sera: stanno per essere confermati».