Macerata, 17 aprile 2011 - "Il calcio? Non sono appassionata, ma con le persone giuste sa regalare gioie immense". Ne sa qualcosa Gabriella Ascenzi che organizza la sfida tra Nazionale cantanti e la rappresentativa Macerata All stars in programma alle 14,30 di oggi all’Helvia Recina.
 

Ma perché è così importante?

"Per la visibilità che dà alle associazioni che ricevono l’incasso della manifestazione".

Quali sono quelle che ne beneficeranno in questa edizione?

"Le associazioni onlus R.I.D.I. e R.E.D. per sostenere il progetto di ricerca sul diabete in età pediatrica, l’associazione La Rondinella che è al fianco delle famiglie e ragazzi tossicodipendenti, la lega italiana fibrosi cistica Onlus".

C’era anche il suo zampino nel 1993, all’ultima partita della nazionale cantanti a Macerata?

"Sì, e non solo. In tutto ne ho organizzate sette. E ancora oggi ricordo quella del ’93 a Macerata: è stata speciale".
 

In effetti lo stadio era pieno.

"Sicuramente c’è stato un bellissimo colpo d’occhio, ma dopo quella partita si sono aperte tante porte ed è stato più facile parlare del problema del diabete che colpisce i bambini. Tutto è nato da lì".

Veniamo al punto. Suo figlio è stato un bambino con questo problema?
«Sì. Aveva 4 anni quando gli fu scoperta questa malattia. E’ stato un colpo durissimo, sono entrata in depressione, poi i medici Bortolotti e Cherubini mi hanno chiesto di impegnarmi per costituire un’associazione».
 

E l’ha fatta?
«Certo, assieme ad altri genitori abbiamo fondato l’Afaid ed è stata la mia ragione di vita».
 

Nelle Marche quanti sono i bambini affetti da diabete?
«Sui seicento».
 

In altre parole ha trovato uno scopo per cui lottare e impegnarsi?
«Esatto. Mi sono confrontata con tanti altri genitori che avevano lo stesso mio problema, che avevano figli con la stessa malattia del mio bambino. E insieme ci siamo attivati per dare un nostro contributo».
 

Per un genitore qual è il problema di avere un bambino diabetico?
«I bambini non distinguono i sintomi. E allora i genitori devono essere vigili notte e giorno perché in base all’andamento metabolico possono essere soggetti a ipoglicemie».
 

Suo figlio si è mai sentito discriminato?
«Mai, si è adattato alla malattia e come lui tantissimi altri. Da questo punto di vista il campo scuola è stato fondamentale perché adesso a 8 anni sono in grado di fare tutto da soli».
 

Il campo scuola? Che cosa è?
«Nel ’90 ho organizzato a San Benedetto la prima partita con la nazionale cantanti per aiutare i bambini diabetici. In quell’anno abbiamo gettato le basi per i campi scuola in cui i bambini vanno fuori assieme a diabetologi, infermieri, dietisti, psicologi per trascorrere una settimana in cui imparano ad autogestirsi. Un’esperienza fondamentale che adesso viene portata avanti dalla Regione».
 

Cosa finanzierete con i fondi della partita di oggi pomeriggio?
«Un progetto di ricerca e un altro in dirittura d’arrivo, quest’ultimo è uno screening a livello nazionale per vedere se l’insorgere del diabete in età pediatrica possa essere stato scatenato da un’altra causa. E allora mettendo a confronto tutti i casi potrebbe saltar fuori qualcosa di utile a livello scientifico».
 

Quando le è stata proposta la possibilità di organizzare questa partita?
«Mi è arrivata dalla stessa nazionale. Mi hanno telefonato a metà dicembre dicendomi che nel 2011 festeggeranno 30 anni di attività e volevano farmi un regalo chiedendomi di organizzare una delle 7 partite in programma. E di fronte a simili parole non avrei mai potuto dire di no».
 

E allora è scesa in campo?
«Naturale. Ho contatto l’amico Massimo Ciocci chiedendogli di darmi una mano sul piano calcistico allestendo una formazione di giocatori maceratesi. Colgo l’occasione per ringraziare Luigi Valentini (vice presidente del comitato organizzatore), le aziende, istituzioni e il gruppo di lavoro comitato ‘Macerata gente di cuore’ che hanno permesso questa partita».
 

E perché ha scelto proprio Macerata?
«E perché avrei dovuta farla da un’altra parte? Il direttore della nazionale cantanti è stato entusiasta quando gli ho detto che avrei voluto farla all’Helvia Recina perché si sono ricordati quando 18 anni fa lo stadio era strapieno e siamo costretti ad aprire anche le curve in terra».
 

Ma quanto tempo richiede organizzare una simile iniziativa?
«Tre mesi e bisogna avere un’ottima squadra perché i problemi sono all’ordine del giorno. La difficoltà è stata trovare i fondi per coprire tutte le spese, poi possiamo contare su 90 volontari della Protezione civile che garantiranno la sicurezza nell’impianto sportivo».
 

Come sta andando la prevendita?
«Bene, abbiamo superato 3.500 biglietti e più di 5.000 non possiamo metterne in vendita per questione di sicurezza».
 

E quanto sperate di distribuire alle associazioni?
«Spero di incassare 40mila euro, alle associazioni daremo questi soldi e soprattutto una risonanza eccezionale».
 

Come quella ricevuta nel ’93 dall’associazione sul diabete infantile?
«Esattamente. Io sono convinta che tutto sia partito da lì. Sono andata a parlare con l’assessore alla sanità sapendo di avere alle spalle una forza, sono stata invitata alla trasmissione “Piacere Rai uno” che si è tenuta al Lauro Rossi dove ho parlato con mio figlio del problema diabete in età infantile. Mi hanno assegnato la “Rosa d’oro”. Insomma, è stata enorme la risonanza grazie a quella partita. E’ stato il gol più bello e oggi faremo il bis».