Macerata, 19 ottobre 2011 - E’ dappertutto: nelle scuole, negli ospedali, negli edifici pubblici. Dai tetti, passando per le cappe, le caldaie e i tubi fino ad arrivare persino ai pavimenti: un intero giacimento di amianto è ancora presente sul nostro territorio.

Da Acquacanina a Porto Recanati, dalla montagna alla costa. Senza esclusione. Sebbene sia stata bandita da 18 anni, quintali e quintali di questa fibra tossica sono presenti nei luoghi che frequentiamo ogni giorno, nei capannoni abbandonati, tra i rifiuti di una discarica abusiva. Per questo negli ultimi anni è stato predisposto un censimento e una mappatura dei siti di tutta la Regione, al fine di arrivare gradualmente a una bonifica complessiva. I dati forniti dall’Arpam regionale (i più aggiornati fanno riferimento al 31 dicembre 2006) aprono le porte di un miniera nascosta. Nella nostra Provincia sono ancora presenti più di 28mila tonnellate di amianto in 4.625 tra edifici pubblici e aziende.

Tanto per rendere l’idea, la torre Effeil pesa all’incirca 10mila tonnellate. E probabilmente è anche un dato sottostimato visto che delle 42.661 schede inviate dall’Arpam nella nostra provincia ne sono tornate indietro solo 16.073 e che il censimento non ha preso in considerazione le abitazioni private. Per quanto riguarda gli edifici, l’amianto è presente in 91 strutture aperte al pubblico dislocate in 33 comuni, in 102 scuole o istituti di ricerca divisi in 23 comuni e in 23 ospedali. Questo non significa necessariamente che frequentare questi luoghi sia dannoso per la salute: fatto sta che lo scopo rimane quello di liberarsene ed è possibile che alcuni di essi, dal 2006 ad oggi, siano già stati almeno in parte bonificati. Proprio quella dello smaltimento, infatti, è un altro problema inerente la questione dell’amianto. 

«Il punto — spiega Barbara Scavolini dell’Arpam — è che l’amianto è presente in quantità ingente e quindi non si può smaltire tutto insieme. Per questo con la mappatura seguita al censimento è stato dato un punteggio a ogni sito in modo da definire le priorità d’intervento. E’ ovvio comunque che prima o poi dovrà essere smaltito tutto». Semplificando, si va dalla classe 1 che è quella più pericolosa alla 5 che è la meno pericolosa. In Provincia sono stati individuati 12 siti di classe 1 e solo 1 di classe 5. Quindi laddove non si fosse già bonificato, non resta che iniziare.