Macerata, 4 gennaio 2014 - UNA RACCOMANDATA, una lettera fredda che in poche parole mette fine a una tradizione lunga 90 anni. La doccia gelata per la famiglia Moretti, titolare del negozio moto Guzzi in corso Cavour, è arrivata il 23 dicembre, tramite una raccomandata in cui li si informava che, dal primo gennaio, non sarebbero più stati concessionari del marchio Guzzi.

Una storia iniziata nel febbraio del 1922 che ora, senza troppe spiegazioni, viene interrotta bruscamente, forse perché purtroppo numeri e dimensioni della struttura valgono più di anni di storia e passione. Tre generazioni cresciute tra le mura di quel negozio voluto fortemente da Primo Moretti, pilota ufficiale della moto Guzzi negli anni Venti e morto su strada proprio mentre tornava da una visita alla sede di Mandello del Lario, che ha trasmesso la sua passione a tutta la famiglia, dai fratelli, alla figlia Lidia (che oggi a 88 anni è ancora una colonna portante del negozio) ai nipoti Roberto e Pietro.

"E’ STATO davvero un bel regalo di Natale — commenta amareggiato Roberto —, un trattamento del genere non ce lo saremmo mai aspettati e sinceramente non ce lo meritavamo". Cerca di trattenere gli occhi lucidi, invece, la signora Lidia, mentre con la coda dell’occhio guarda tutte le sue moto esposte. Il negozio, uno dei più vecchi al mondo e dove si può trovare tutto per essere un vero centauro Guzzi, dal casco all’abbigliamento, però non abbandona i suoi clienti, ma potrà continuare come officina generica e, Roberto è battagliero sul fatto che la tradizione non verrà spazzata via dall’oggi al domani e, soprattutto, senza una motivazione.

"Chiederemo spiegazioni al più presto — aggiunge —. È vero che non potremo più fare le riparazioni in garanzia e che non mi daranno più moto dalla fabbrica, ma io vado avanti e continuerò a servire e a fare assistenza ai miei clienti". Insomma gli appassionati e i fedelissimi del negozio Guzzi possono stare tranquilli, avranno sempre il loro punto di riferimento in corso Cavour. Lo scorso anno il negozio aveva avuto il riconoscimento come attività storica dalla Sovrintendenza per la tipicità della vetrina. Un bell’attestato contro il quale, però, la famiglia era ricorsa al Tar per il fatto che il vincolo rischia di bloccare qualsiasi lavoro di ammodernamento al locale.

Chiara Sentimenti