Macerata, 25 giugno 2014Tre soprintendenze e la Regione Marche scendono in campo per far restare in mani pubbliche la terza versione dell’“Infinito” di Giacomo Leopardi. Il prezioso manoscritto domani sarà battuto all’asta a Roma dalla Minerva Auctions. Ma l’assessore regionale alla cultura, Pietro Marcolini, assicura che prima di quel momento arriverà la notifica della Soprintendenza archivistica che salvaguarderà il manoscritto, assicurando allo Stato un diritto di prelazione di sessanta giorni. Anche se un privato dovesse aggiudicarsi la “reliquia”, grazie all’apposita legge di tutela lo Stato potrà mettere a disposizione la stessa cifra del privato, e aggiudicarsi il manoscritto. Non solo. Anche nel caso in cui il reperto rimanesse in mani private lo Stato ha il diritto di sapere chi è il proprietario, e di chiedergli in prestito l’oggetto in questione per eventuali mostre o altre iniziative culturali.

L’assessore Marcolini aggiunge che «la Soprintendenza archivistica delle Marche si era già attivata prima che si sollevasse il clamore mediatico sulla vicenda. I due mesi di prelazione consentiranno di effettuare tutti gli approfondimenti in vista dell’autenticazione dell’opera. In settimana faremo il punto sui provvedimenti cautelativi da prendere, in vista della salvaguardia e della valorizzazione del manoscritto. L’obiettivo è farlo rimanere in mano pubblica. In Italia. Nelle Marche».

Domani la terza versione dell’“Infinito” sarà battuta con una base d’asta compresa tra i 100 e i 150 mila euro, assieme ad altri 740 lotti fra libri e manoscritti. Una cifra molto elevata, ma giustificata dal valore dell’oggetto. Basti pensare che una lettera di Leopardi al fratello Carlo sui “Sepolcri” del Tasso è stata battuta per 42mila euro. I documenti leopardiani sono i più costosi, perché la domanda è altissima.
La copia del manoscritto dell’“Infinito”, sulla cui autenticità Vanni Leopardi, discendete del poeta, aveva espresso perplessità, era spuntata il mese scorso da una collezione di un privato maceratese, ignaro di possedere un tesoro del genere.

Raimondo Montesi