A Camerino un’onda d’acqua alta due metri "Troppo cemento, siamo tutti colpevoli"

L’agronoma Patrizia Sagretti: "Veniamo da quarant’anni di cattiva gestione del territorio". Bottacchiari: qui è stato travolto tutto

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di Paola Pagnanelli

"L’acqua qui è arrivata a quasi due metri di altezza. Ha travolto tutto. Faceva davvero paura". Giorgio Bottacchiari di Camerino era nel vecchio mulino della frazione Canepina quando, venerdì intorno alle 16, un’onda mai vista dal torrente Palente ha travolto la vallata. Ieri, il corso d’acqua aveva ritrovato il suo aspetto pacifico. Ma intorno gli argini sono ancora pieni di alberi abbattuti, di rami coperti di fango e di detriti di ogni tipo. Poco lontano ci sono persino due auto d’epoca. "Erano un Maggiolone Volkswagen e una Bianchina, rimesse perfettamente a posto – racconta Franca Marzocco –. Le avevamo lasciate in fondo al campo sotto casa nostra, perché stiamo per abbattere il capanno dove le tenevamo, danneggiato dal terremoto. Avevamo vuotato tutto e le auto, di Agapito Fiorgentili, erano state sistemate vicino all’argine. Laggiù avevamo sistemato uno spazio dove andavamo tutte le domeniche. Era un posto sicuro, gli argini sono alti, il fiume non era mai arrivato a superarli. Ma venerdì si è portato via tutto, e abbiamo visto l’acqua sollevare le auto e trascinarle via. Solo dopo le abbiamo ritrovate, mezzo chilometro più a valle. E chi le tira fuori da lì adesso?". Franca Marzocco e il marito, Giuseppe Carradori, mostrano addolorati anche la devastazione della cascatella di Canepina, costruita per far funzionare il mulino di Bottacchiari e ora devastata dalla furia dell’acqua carica di tronchi. Ci sono persino le palizzate che erano nel cantiere di Unicam, vicino agli impianti sportivi. Anche lì il fiume non ha avuto pietà: la recinzione costruita sopra l’argine si è riempita di foglie e rami ed è diventata una vela, travolta dall’acqua che ha storto o sollevato anche i pali in ferro e le basi in cemento. "In ottanta anni qui non si era mai visto niente del genere – commenta Bottacchiari –. Quando ho capito che il fiume si stava ingrossando, sono venuto e ho spostato i due furgoni della ditta che usa i garage come deposito di macchinari e attrezzature. Poi ho tolto la mia auto dal piazzale, poi non è stato possibile fare altro perché è scesa un’onda enorme. Faceva un rumore assurdo, era impressionante. In uno dei garage avevo un’auto d’epoca, non credo sia più recuperabile. Non so se il cantiere della Quadrilatero possa aver cambiato lo stato dei luoghi e aver contribuito a creare una situazione come questa. Però era una cosa indescrivibile". "Questo era un posto bellissimo – prosegue Franca Marzocco –, io avevo anche progettato un percorso turistico fino alla cascatella, era un paradiso. E adesso? Gli enti si rimpallano le responsabilità, e alla fine come sempre dovremo fare ognuno da sé. Noi facciamo la nostra parte, lo abbiamo sempre fatto tenendo puliti gli argini e il fiume. Ma qui ci sono proprietari terrieri che non si fanno mai vedere, e non si preoccupano della manutenzione del corso d’acqua". "Tutti adesso cercano un colpevole. Ma la verità è che lo siamo tutti, per 40 anni di cattiva gestione del territorio". Patrizia Sagretti, agronoma del Consorzio di bonifica, in questi giorni è tempestata di telefonate e sta facendo una ricognizione per vedere lo stato dei corsi d’acqua. "La pioggia caduta è stata eccezionale, e il Palente si è alzato di tre metri. Ha sradicato alberi e sfondato tutto. Una piena così non si ripara. Però, nella zona degli impianti sportivi di Unicam ha divelto la recinzione, che era stata costruita proprio sull’argine. Si pensa alla manutenzione dei fiumi, ma per farla ci vuole cura di tutto il bacino idrografico. Il concetto chiave è tempo di corrivazione: significa quanto tempo impiega una goccia di pioggia nel punto più lontano del bacino idrografico ad arrivare al fiume. Cementificando, impermeabilizzando, tagliando alberi e siepi, abbiamo ridotto la scabrezza del terreno, e con il terreno sempre più liscio in caso di pioggia tutta l’acqua del bacino scende subito al fiume, che non la può contenere. Dal 2009 si registrano piogge più intense, a Montecassiano hanno misurato 175 millilitri di pioggia, a Cingoli 209 in otto ore. Il clima è cambiato, e il territorio va gestito in maniera più responsabile".