Acqua, l’ordinanza della discordia: "Il Comune è il primo a violarla, gli sprechi non si combattono così"

Cicarè incalza: aiuole e rotonde vengono innaffiate attingendo dall’acquedotto pubblico "Quell’atto è solo un adempimento formale, serve serietà per affrontare un problema così grave".

"Il sindaco che fa l’ordinanza per vietare il prelievo e il consumo dell’acqua per scopi non alimentari a Macerata sa che aiuole e rotonde del suo Comune vengono innaffiate attingendo dal pubblico acquedotto? E allora che efficacia può avere un’ordinanza che viene violata per primo da chi la emette?". Dura presa di posizione da parte del consigliere Alberto Cicarè (Strada Comune - Potere al popolo) che critica la recente ordinanza del sindaco Sandro Parcaroli per vietare gli sprechi dell’acqua, ordinanza che però per il consigliere non è stata fatta con adeguata consapevolezza e, soprattutto, andando a toccare quelle che sono le reali fonti di spreco idriche.

"Un’ordinanza fatta così, con una comunicazione che non spiega niente, che non tenta neanche di convincere, che si contraddice quando vieta l’uso per scopi agricoli ma poi lo consente per l’irrigazione notturna degli orti, è solo un adempimento formale che dimostra come in mano a questi amministratori non c’è speranza di affrontare con serietà l’enorme problema della carenza idrica – incalza Cicarè –. Quante persone seguiranno l’ordinanza e lasceranno seccare il proprio giardino, quante il proprio orticello? Allora, invece di fare un’ordinanza così urbi et orbi, che vieta praticamente ogni uso non personale e che vede come primo trasgressore il sindaco, perché non fare un’azione di convincimento sull’uso corretto della risorsa? Il recupero dell’acqua, l’eliminazione degli sprechi, il divieto di utilizzarla per usi dissennati come il lavaggio di piazzali. Bisogna educare all’uso corretto dell’acqua ed evitare e reprimere le inutili dispersioni".

Parlando di acqua, il consigliere Cicarè non può non fare un riferimento alla recente assemblea dell’Ato 3 che ha approvato un documento unitario per evitare che la gestione idrica provinciale finisca in mano privata. "Ci sono ancora grossi problemi e la soluzione è tutt’altro che risolta – ragiona l’esponente di opposizione –, ma al di là della forma societaria, in tutto questo tempo è stata elaborata una progettualità per far fronte al miglioramento del servizio idrico? Per niente, anzi lo stallo che ha coinvolto l’Ato 3 ha impedito di utilizzare le enormi risorse del Pnrr per progetti indirizzati alla prevenzione delle dispersioni. Questo – conclude Cicarè – per dire che sono i soggetti pubblici i primi a dover farsi carico del problema, non riversando sui cittadini una responsabilità che è prima di tutti loro. E i cittadini devono essere coinvolti in questa grande opera di risparmio e corretto utilizzo".