Visti i trascorsi, lo scenario prevedibile era quello di assistere all’ennesimo scontro politico. E, invece, l’assemblea dell’Aato 3, a cui fa capo il Servizio idrico integrato, svoltasi giovedì scorso, si è chiusa in un clima positivo. Come noto, tutti sono d’accordo sul fatto che si debba arrivare a un gestore unico, per evitare che la gestione dell’acqua vada a gara e finisca in mano ai privati. E sono anche d’accordo che il futuro gestore unico dovrà prendere le forme della società consortile. La divisione scatta sul fatto se questa debba essere di primo o secondo livello. L’assemblea avrebbe dovuto discutere una mozione presentata dai sindaci di Osimo, Montecassiano, Montelupone, Loreto, Recanati, Montefano, Treia e Porto Recanati, a sostegno della società di secondo livello, una posizione opposta a quella più volte espressa dal presidente dell’Aato, Alessandro Gentilucci, e da altri sindaci, a favore della società di primo livello. Simone Pugnaloni (foto), sindaco di Osimo, primo firmatario, ha però ritirato la mozione. "C’è stato un clima disteso tra di due schieramenti politici – spiega – in base al quale l’assemblea ha dato mandato al presidente Gentilucci di assumere l’impegno di portare in discussione, entro il prossimo 10 dicembre, un parere legale riferito alle due ipotesi di società, espresso – però – da un esperto esterno alle Marche. Credo sia stata scritta una bella pagina, non ha perso nessuno, abbiano vinto tutti". Soddisfatto anche il presidente dell’Aato 3, Alessandro Gentilucci. "Nonostante i toni si siano alzati più di una volta, in assemblea hanno prevalso lo spirito di collaborazione e il buon senso. La mozione è stata ritirata ed è stata accolta la richiesta di avere un parere legale terzo", sottolinea il presidente. "La decisione di rivolgersi a un esperto fuori dalla nostra regione, e quindi esterno alle dinamiche specifiche della nostra realtà è volta a garantire un profilo di imparzialità rispetto alle due ipotesi in campo. E credo che questo debba rassicurare tutti". Gentilucci si augura che nella prossima seduta dalle parole si passi ai fatti, per arrivare a un’analisi e a una proposta condivisa, fermo restando che "l’acqua deve rimanere in mano pubblica". L’obiettivo è chiudere la partita, scegliere a quale tipo di società consortile dare vita e, quindi, arrivare al gestore unico, entro fine anno. La posta in ballo è notevole. Sono circa 40 milioni i metri cubi d’acqua immessa ogni anno nei 4.841 chilometri di rete. Attualmente sei sono gli enti gestori: Acquambiente Marche, Apm, Assem, Assms, Astea e Atac. Il fatturato delle aziende di gestione sfiora i 64 milioni.
CronacaAcqua, schiarita sul nuovo gestore: "In arrivo un parere legale esterno"