Acquaroli: stiamo cercando una soluzione

Il governatore: "Abbiamo aperto un confronto con i soggetti interessati, vorremmo capire se c’è margine per recuperare le cerimonie"

Migration

di Chiara Sentimenti

"Abbiamo aperto un’interlocuzione con tutti i soggetti interessati (soprintendenza e ministero), per cercare di capire se possono essere recuperati i matrimoni fissati prima dell’aggiudicazione, anche se al momento nulla è certo e la prospettiva è molto difficile". Il governatore Francesco Acquaroli conosce bene Villa Buonaccorsi, perché proprio lì, da sindaco, ha celebrato diversi matrimoni. E la prospettiva che per trenta coppie il traguardo delle nozze possa saltare preoccupa anche la Regione. "Stiamo lavorando, ma ancora la soluzione non si vede – aggiunge il presidente –. Sappiamo che se gran parte del valore storico della villa, e soprattutto dei giardini, si è mantenuto, è proprio grazie alla consuetudine dei matrimoni, così come sappiamo che al di là dell’incontestabile valore storico e culturale del bene, c’è sicuramente un valore affettivo dato dal fatto che moltissime sono le persone passate per quei bellissimi giardini soltanto per farsi una foto". "Tanto che – ricorda ancora il governatore – il Comune di Potenza Picena, diversi anni fa, aveva previsto una deroga proprio per potere celebrare i matrimoni a Villa Buonaccorsi e anche io, da sindaco, ne ho celebrati diversi". Ma resta lontana l’ipotesi che le trenta coppie (che hanno visto sfumare in pochi giorni il sogno che avevano costruito con tanta fatica) possano davvero sentirsi dire che c’è ancora qualcosa da recuperare, perché anche il presidente Acquaroli ammette le difficoltà del percorso. "Ho saputo pochi giorni fa di questa spiacevole situazione, anche se nessuna coppia si è mai rivolta direttamente alla Regione – dice il governatore –, e da quel momento abbiamo aperto un confronto tra le varie istituzioni, perché vorremmo capire se c’è ancora del margine per poter recuperare i matrimoni fissati prima dell’aggiudicazione dell’immobile al ministero della cultura. Ma è altrettanto ovvio che la villa non è stata acquisita per fare i matrimoni, perché si tratta di un bene che rientra nella pubblica utilità, dunque la sua funzione non potrà essere soltanto questa".