Addio al falegname Vittorio Sansoni: aveva 104 anni

Partecipò alla seconda guerra mondiale dove venne deportato in Sudafrica

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Visso saluta il maestro falegname Vittorio Sansoni (nella foto). Se n’è andato serenamente all’età di 104 anni (ne avrebbe compiuto 105 il prossimo 7 gennaio) e venerdì, alle 15.30, ci sarà la messa nella chiesa cittadina di Villa Sant’Antonio, e a seguire la tumulazione delle ceneri nel cimitero di Appennino. In seguito al terremoto del 2016, l’"artigiano-artista" aveva dovuto lasciare la sua casa di Visso, diventata inagibile, e si era trasferito a Senigallia, nell’Anconetano, circondato sempre dall’affetto dei suoi cari, la figlia Daniela, il genero Rajniero e i due nipoti Flavia e Vittorio Francesco. Sansoni visse in prima persona anche la seconda guerra mondiale: per diversi anni era stato prigioniero in Sudafrica e aveva raccolto le sue memorie in un libro ad opera della professoressa Venanzina Capuzi. Formatosi alla bottega del padre, anche lui falegname, conosceva con maestria tutte le tecniche di lavorazione del passato: queste gli avevano permesso di diventare un ottimo restauratore e creatore di mobili unici, dal sapore antico. Il signor Vittorio si era mostrato infatti sin dai primi anni di vita attratto dalla magia della bottega paterna; al termine delle elementari aveva seguito il papà nella lavorazione del legno. Fin da ragazzino aveva imparato a segare i tronchi degli alberi per ricavarne tavole con cui costruire prima semplici giocattoli e poi utili e pregiati mobili. Appena maggiorenne (al tempo la maggiore età era fissata a 21 anni), era stato chiamato alle armi. Nel giugno 1940, con le truppe italiane, era partito alla volta dell’Eritrea; fatto prigioniero dall’esercito inglese nella battaglia di Macallè, era stato deportato in Sudafrica. Rientrato in Italia nel 1946, aveva ripreso l’amata arte in bottega. Ha lavorato fino a tarda età, con i suoi modi gentili e sapienti. Malgrado sia stato costretto, dopo il 2016, ad abbandonare la sua terra, è sempre rimasto nel cuore dei suoi compaesani, che ogni volta si ricordavano del suo compleanno. Tanti i messaggi di affetto arrivati alla famiglia. "Una grandissima perdita", è il pensiero unanime dei vissani e delle persone di tutto il territorio. Nel circondario non c’è casa che non abbia un suo manufatto, da una semplice finestra a un prezioso comò intarsiato, a un tavolo di noce antica. Un maestro di vita e professionale per tanti cittadini di Visso, ma anche dei comuni limitrofi.

Lucia Gentili