
Vincenzo Luzi aveva 81 anni
Profondo cordoglio per la morte dell’ex procuratore Vincenzo Luzi, stimatissimo magistrato che ha prestato servizio ad Ancona, Macerata e Camerino, sua città natale a cui era sempre rimasto legatissimo. Aveva 81 anni e viveva ad Ancona. In questa città si era laureato in giurisprudenza e aveva prestato l’attività di assistente con la cattedra di procedura penale. Vinto il concorso in magistratura, nel 1969 era stato pretore in Alto Adige, a Chiusa, e poi sostituto procuratore a Bolzano. Nel 1989 era arrivato alla procura di Ancona, dove dal 2000 al 2009 aveva svolto le funzioni di procuratore capo. Nel tribunale dorico aveva condotto inchieste rilevantissime, tra qui quella sull’imprenditore Longarini e la tangentopoli anconetana. Era quindi stato nominato procuratore di Camerino, dove è rimasto fino alla chiusura del tribunale, nel 2013, chiuura per altro da lui molto osteggiata. Si era quindi spostato a Macerata, e anche in questa procura aveva condotto inchieste significative, come quella sull’omicidio di due immigrati, uccisi e dati alle fiamme nella loro auto vicino al lago di Cingoli. Infine era tornato ad Ancona, prestando servizio alla procura generale fino al pensionamento. Si era anche dedicato alla scrittura firmando due romanzi, uno ambientato nel Settecento nella sua casa di campagna a Camerino e l’altro, dal titolo "La proprietà commutativa", dedicato alla vicenda Longarini, dove aveva raccontato numerosi dettagli sulla storia cambiando però tutti i nomi dei protagonisti. Nel 2019, dopo essersi candidato con la lista di Sandro Sborgia alle amministrative a Camerino, aveva collaborato a titolo gratuito con l’amministrazione dando consulenze in materia giuridica.
Sposato due volte, la seconda con Raffaella Dubbini, aveva avuto tre figli, Luigi, Francesca e Alessandra, il primo è in servizio alla procura di Milano e ha coordinato le indagini sulla ministra Daniela Santanché. Luzi aveva sempre mantenuto un rapporto stretto con la sua città natale, dove stava terminando i lavori alla casa di famiglia danneggiata dal terremoto. Era anche proprietario con un cugino dell’edificio distrutto dal crollo del campanile di Santa Maria in Via, vicenda su cui aveva chiesto anche accertamenti visto che il campanile era stato ristrutturato poco prima delle scosse. Purtroppo pochi mesi fa aveva avuto un malore, mentre era a Sefro per una cena con gli amici. Era stato ricoverato prima a Camerino, poi all’Inrca di Ancona, dove però progressivamente le sue condizioni si sono aggravate, fino all’epilogo doloroso di ieri pomeriggio.
Il funerale, ancora da fissare, sarà probabilmente celebrato ad Ancona; la famiglia ha anche una cappella nel cimitero di Camerino.