Una 13enne adescata sui social, convinta a inviare sue foto e a compiere atti sessuali. Per questo un ragazzo, all’epoca dei fatti 21enne, ha patteggiato la pena a un anno di reclusione, e ora dovrà sottoporsi a un percorso di recupero. I fatti sono avvenuti tra febbraio e maggio del 2021. Il giovane, uno studente universitario di Palermo, avrebbe conosciuto tramite Instagram la ragazzina, che vive in un centro della costa. I due avrebbero iniziato a chattare, facendo amicizia. Ma molto velocemente la conversazione avrebbe virato verso argomenti sempre più intimi e spinti. Da Instagram i due si sarebbero spostati dunque su un altro social, Telegram, dopo essersi scambiati anche i numeri di cellulare, e a quel punto i messaggi tra loro sarebbero diventati ancora più espliciti. Il siciliano aveva inviato alla marchigiana un video con un uomo intento a masturbarsi. Poi nei messaggi le aveva spedito le foto delle sue parti intime, e aveva fatto in modo che lei si persuadesse a fare la stessa cosa. In altre occasioni, il ragazzo aveva compiuto atti di autoerotismo riprendendosi davanti a lei, dopo averla convinta a fare la stessa cosa in modo che anche lui potesse vederla. I genitori di lei però a un certo punto avevano notato qualcosa di sospetto, e in breve erano riusciti a capire cosa stesse accadendo. Immediatamente era partita la denuncia ed erano stati sequestrati i cellulari sia della 13enne che del 21enne. Con la perizia informatica, erano state scaricate e recuperate le conversazioni tra i due: da queste è anche emerso che era evidente quanto la ragazzina fosse piccola, dunque il palermitano non poteva non aver capito di avere a che fare con poco più di una bambina, e tuttavia non si era fermato. Da qui per lui le accuse di corruzione di minorenne e atti sessuali con minorenne. Ieri mattina il caso è stato trattato in udienza preliminare, in tribunale a Macerata. Per l’imputato l’avvocato Gianluca Gattari, difensore del siciliano con il collega Raffaele Barra, ha chiesto di patteggiare la pena, concordata con il pubblico ministero Rosanna Buccini a un anno di reclusione. Al ragazzo il giudice Claudio Bonifazi ha dato il beneficio della sospensione della pena, subordinato però al fatto che lui si sottoponga a un percorso terapeutico, che lo renda consapevole della portata lesiva del suo comportamento. I familiari della giovane non si sono costituiti parti civili al processo.
CronacaAdesca una 13enne sui social: patteggia