"Adornato voleva mettere gli studenti in uno scantinato"

Carancini replica al rettore: "Ex Upim inutilizzabile, c’erano vincoli e rischi penali che gli vennero spiegati. Offende la città che lo ha accolto con rispetto"

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di Chiara Gabrielli

"Sarebbe stata una ’maleducazione istituzionale’ non inviare un saluto al Magnifico rettore Francesco Adornato nei giorni del passaggio di consegne. È impossibile non farlo dopo aver letto alcune sue dichiarazioni". Così l’ex sindaco Romano Carancini, ora consigliere regionale del Pd, in riferimento, in particolare, alle affermazioni del rettore uscente sul Carlino in merito alla vicenda dell’ex Upim, Adornato ha dichiarato: "Per me è stata incomprensibile quella contrarietà tenace, ripetuta, insistita, immotivata. La considero cecità politica. Avremmo guadagnato tempo, avevamo un bel progetto per l’ex Upim, anche i commercianti si erano rivoltati attaccando gli adesivi ‘Senza l’Università il centro storico è un non luogo". "La cecità politica a cui si riferisce l’oramai ex rettore è una delle tante ‘carezze’ che ha dedicato all’amministrazione comunale precedente. Accuse oggi pienamente comprensibili alla luce del suo chiaro schieramento nel passaggio elettorale del 2020. Ma non fa onore a un Magnifico che non ricordi, o peggio che continui a non comprendere, quali fossero i vincoli di carattere tecnico-amministrativo che impedivano di collocare aule in uno scantinato completamente privo di luce naturale, ciò che intendeva fare proprio il ‘rettore degli studenti e delle studentesse’, così come lo hanno definito". Carancini ricorda che il dirigente comunale Luchetti, "a suo tempo spiegò in tutte le lingue quali sarebbero state le responsabilità, anche di natura penale, a cui sarebbe andato incontro se avesse consentito di insediare aule in violazione di rigorose e giuste norme che impongono che ciò avvenga in sicurezza antisismica e ove vi sia un minimo di luce naturale. Per cercare a ogni costo di andare incontro all’Università, il dirigente Luchetti si spinse al punto di mettere a disposizione dell’Ateneo una soluzione con un investimento irrisorio, mutuando un’idea tecnica proposta dalla iGuzzini Illuminazione, compatibile con la norma". L’ex sindaco nota che "si tratta di passaggi documentati e ben conosciuti dal Magnifico. La cecità politica che egli, oggi come ieri, rivolge all’amministrazione da me guidata va restituita al mittente perché solo un "cieco" e un "sordo" verso il rispetto degli studenti, dei docenti e della legalità avrebbe permesso che i ragazzi facessero lezione in un luogo senza luce o avrebbe esposto un dirigente pubblico a responsabilità personali". Sulla questione del centro storico, c’è un pensiero di Adornato, "non condiviso da semplice cittadino - spiega ancora Carancini - e inaccettabile da sindaco: ‘Senza l’Università il centro storico è un non luogo’. La reputo un’offesa per tutta la città perché centro e Università vivono inclusi, integrati, reciproci l’uno nell’altra da oltre 730 anni. È la visione manichea e autoreferenziale di un rappresentante-autorità transitoria che con un artificio argomentativo tipico dell’intellettualismo crede di ‘manipolare’ la comunità, inducendola alla paura verso scenari in realtà inesistenti - incalza Carancini -. Città, Università e centro storico sono stati, sono e sempre saranno una cosa unica, nonostante il nostro Magnifico. Si autodefinisce ‘il rettore che ha fatto arrivare il treno all’Università di Macerata’, ma ferrovia, stazione e Università vivono in simbiosi da oltre cento anni. Ci sono migliaia di giovani studenti e docenti che hanno contribuito alla storia dell’Ateneo e della città salendo su quel treno che da sempre serve Macerata e che oggi sì, ha una fermata che arricchisce quella storia". "Buona vita Magnifico – chiude Carancini -, la Macerata che l’ha accolta con rispetto, anche se troppe volte da lei definita chiusa e diffidente, sono certo che le mancherà".