Aggressione a un passante, il romeno resta in carcere Non ha una casa per i domiciliari

L’uomo ha chiesto 15 giorni per cercare un parente o un amico disponibile a ospitarlo

Slitta il processo al romeno, arrestato dopo l’aggressione a un passante in via Garibaldi il 18 settembre. Ieri per Ion Maki era previsto il processo per direttissima, ma dato che, avendo già dei precedenti, l’uomo non ha più diritto alla sospensione condizionale della pena e dunque dovrà scontarla in carcere, l’avvocato Mirela Mulaj ha chiesto un rinvio di altri 15 giorni per cercare un parente o un amico disposto a fargli scontare la pena agli arresti domiciliari, cioè a casa. Per ora, Maki resta in carcere.

Il 35enne, completamente ubriaco, si era accanito contro un montefanese mai visto prima, incrociato in via Garibaldi. L’uomo stava andando ad ascoltare un concerto della pianista Ottavia Maceratini, quando si era visto il romeno che gli metteva una mano addosso dicendo frasi incomprensibili sulla guerra. Aveva allora cercato rifugio alla farmacia Filipponi, ma Maki gli avrebbe scagliato addosso una bottiglia di birra, poi lo avrebbe aggredito fino a quando il farmacista Lucio Campolungo non lo aveva attirato fuori, prendendosi un pugno allo sterno anche lui. Sentendo arrivare la polizia, il romeno era scappato cercando riparo in un palazzo in ristrutturazione, ma con la collaborazione del titolare dell’impresa edile la polizia era riuscita ad arrestarlo, malgrado la sua violentissima resistenza.

Il giorno dopo in tribunale Maki aveva detto di non ricordare nulla. Essendo stato già condannato per un episodio analogo avvenuto a Castelplanio, il romeno non potrà più avere la sospensione della pena. Per questo ora l’avvocato Mulaj cercherà un familiare in Italia disposto ad accoglierlo per scontare la condanna. Nel frattempo, comunque, il 35enne resta in carcere.