Aggressioni verbali agli insegnanti "Il clima si fa sempre più pesante"

Dopo le coltellate di uno studente alla prof nel Milanese, i sindacati chiedono di alzare la guardia "Il lavoro in classe è diventato più complicato: tanti si licenziano o chiedono di andare in pensione prima".

di Franco Veroli

Al momento in provincia non risultano aggressioni fisiche nei confronti degli insegnanti. Quelle verbali, però, sia da parte degli studenti, sia da parte dei genitori, anche se riferite a una minoranza, sono sempre più frequenti. Tredici anni fa, nel febbraio 2010, una donna allora 42enne venne condannata a sei mesi e venti giorni di reclusione (pena sospesa) per aver aggredito l’allora vice preside dell’Istituto Alberghiero di Cingoli (22 giorni di prognosi). "Per fortuna, è rimasto un caso isolato. In provincia non ci sono più state aggressioni", afferma Silvano Coppari, responsabile Cisl scuola Macerata. "Sta montando, però, un clima sempre più pesante – prosegue – caratterizzato da una crescente maleducazione, con studenti che usano un linguaggio inaccettabile nei confronti degli insegnanti che fanno sempre più fatica a svolgere il proprio lavoro". "Atti come quello accaduto ad Abbiategrasso qui da noi non ce ne sono, ma talvolta vengono usate parole grosse all’indirizzo di docenti e dei collaboratori scolastici. E questo spiega perché io riceva continuamente persone che chiedono di andare in pensione prima possibile, e altre che addirittura scelgono di licenziarsi – sottolinea Ugo Barbi segretario provinciale dello Snals –. È stata distrutta l’autorevolezza dell’insegnante, il suo ruolo sociale, a partire dalla retribuzione del tutto inadeguata, che fa passare l’idea secondo la quale lo stipendio è basso perché quel lavoro vale poco. In questo contesto taluni studenti o genitori perdono il senso del rispetto e del limite, contribuendo ad aumentare lo stress a cui gli insegnanti sono sottoposti. Il ministro ha detto che nelle scuole serve uno psicologo: giusto, ma soprattutto per i docenti. Serve rispetto". Anche Ivan Di Pierro, segretario della Flc Cgil di Macerata, afferma che non ci sono aggressioni fisiche. "Di sicuro, però, non mancano quelle verbali, anche se restano confinate all’interno degli istituti dove si verificano. Il problema – aggiunge – è sociale. La prima agenzia educativa, cioè la famiglia, fa sempre più fatica a svolgere il suo ruolo, molti sono i casi di situazioni di disagio che si fanno sentire anche nelle aule scolastiche. Si dice che i giovani hanno tutto: è vero, ma a livello materiale. Spesso gli adulti non sono capaci di ascoltare e, quindi, di cogliere le loro fragilità, li vorrebbero sempre al massimo delle loro possibilità, non prestando attenzione alla richiesta di aiuto a volte silente, ma che a volte si esprime in linguaggi sopra le righe o comportamenti poco ortodossi, facilitati dalla caduta del ruolo sociale dell’insegnante". "Ci sono contesti in cui si respira questa tendenza che trova una cartina di tornasole nella maleducazione, che si è accentuata dopo la pandemia", conclude Antonio Spaziano (Uil scuola Marche). "E questo anche perché non c’è più alcuna percezione dell’autorevolezza del personale della scuola. Bisogna che famiglie e scuola agiscano insieme per tamponare sul nascere ogni comportamento oltre il limite".