Agricoltura in ginocchio "Raccoglieremo solo fango"

Fucili di Coldiretti: a rischio girasoli e mais. Angelelli: il campo di asparagi è diventato una risaia. Mari: api alla fame, servono quintali di nutrizioni.

Agricoltura in ginocchio  "Raccoglieremo solo fango"

Agricoltura in ginocchio "Raccoglieremo solo fango".

di Lucia Gentili

Maltempo senza tregua. E prosegue la conta dei danni nelle aziende agricole dell’entroterra. "Problemi si riscontrano nelle colture appena seminate, girasoli e mais – spiega il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili -. Non si riesce ad entrare in campo con le macchine. Criticità anche per il settore apistico: le api, con la pioggia, non possono uscire dalle arnie, dove hanno finito le riserve da mangiare e gli apicoltori stanno acquistando prodotti per alimentarle. Ma, purtroppo, ci sono morie importanti". Ulderico Angelelli, titolare di un’azienda specializzata in ortaggi e fiori a Piediripa, ha il terreno sopra l’argine del fiume Chienti. In pratica, il campo di asparagi è diventato una ’risaia’, ed è costretto a raccogliere nel fango. "Il disagio deriva dal perdurare di questa situazione meteo - aggiunge -. L’assenza di sole, il protrarsi dell’umidità e l’acqua aumentano il rischio di sviluppare malattie (funghi) nelle piante; i semi non incamerano i nutrienti e la pianta va in sofferenza (asfissia radicale per allagamento, tecnicamente). Senza considerare l’allettamento (coricamento) del grano e dei cereali, con grave perdita di raccolto. La raccolta di ortaggi diventa sempre più difficoltosa; ad esempio le zucchine, in fiore in condizioni normali, stanno ingiallendo. Mentre per quanto riguarda gli asparagi (che hanno bisogno di sole e di un clima caldo e asciutto) è ipotizzabile un danno circa del 30%. Ecco perché è sempre più importante una copertura assicurativa contro i rischi climatici, assicurarsi per avere almeno un rientro parziale delle perdite. Anche perché, secondo le previsioni, si preannuncerebbe un’estate torrida. Se così fosse, non ci sarebbe tempo di recupero". Problemi seri anche per l’apicoltura: questi sono i mesi in cui le api dovrebbero girare, ’bottinare’ i fiori (andare di fiore in fiore per raccogliere il nettare). Ma con le piogge e le temperature più basse, le api non volano. Con le conseguenti difficoltà per la produzione di miele. Marco Mari della società agricola Apiflor, con circa 300 alveari tra Pollenza, Tolentino e Urbisaglia, ha dovuto sostenere una spesa aggiuntiva (di circa 3000 euro) per nutrire le api. "Le api stanno facendo la fame e ovviamente è necessario farle mangiare – spiega Mari, costretto a comprare quintali di nutrizioni -. Il nostro settore è già in crisi: risente molto dei cambiamenti climatici. Come se non bastasse, purtroppo, i fondi pubblici vengono dirottati sui consorzi apistici. A noi piccoli e medi apicoltori, di solito, non restano che le briciole". L’ultima ondata di maltempo ha dato quindi un’ulteriore stangata. Le piogge continue e intense compromettono le fioriture, le api non hanno la possibilità di raccogliere il nettare e quindi il rischio è che non riescano a produrre miele.