"Aiuti e sorrisi per gli amici etiopi"

La onlus presieduta da Vincenza Costantini ha inaugurato altre aule, portato medicinali e contributi

"Aiuti e sorrisi per gli amici etiopi"

"Aiuti e sorrisi per gli amici etiopi"

di Gaia Gennaretti

Difficile comprendere, da lontano, cosa accade in Africa, quali siano le condizioni di vita, le sofferenze. Ma la onlus di San Severino, Sorrisi per l’Etiopia, conosce bene il dolore di un popolo stremato dalla guerra, dalla siccità, dalla fame. Quest’anno, dopo tre anni di stop a causa del Covid, la presidente Vincenza Costantini e i volontari sono potuti tornare là dove rivivono la figlia Cristina Scuriatti e i due amici, Luca Zura-Puntaroni e Alessio Scarponi (deceduti in un tragico incidente). "Dopo tre anni ci siamo riusciti - afferma con gioia Costantini -. Abbiamo incontrato tutte le nostre realtà cercando di aiutarle come e più di sempre. La situazione è grave, c’è stata una guerra con l’Eritrea e quindi c’è una forte inflazione. Al 32%. A questo si aggiunge una forte siccità. Senza acqua non c’è raccolto, senza raccolto il bestiame e i popoli non mangiano, e non c’è igiene. Sono stremati". La storia di Sorrisi per l’Etiopia è nata a Lenda, un villaggio del Wolayta, dove la onlus ha costruito negli anni una scuola con più di 400 piccoli studenti. "Nonostante le difficoltà danno importanza all’istruzione e i bimbi vanno ancora a scuola. Nella scuola - prosegue - si è rotto il pozzo che avevamo riparato diversi anni fa, loro non conoscono tecnologie quindi non sanno ripararlo. Vediamo di cosa si tratta e lo faremo riparare. Abbiamo poi mantenuto la promessa di costruire la settima aula, abbiamo garantito un’aula nuova, i pasti per tutti e lo stipendio agli insegnanti a cui abbiamo anche consegnato una tredicesima per premiarli. Abbiamo distribuito del pane, sembrava oro". Poi la visita alla clinica di Kenafa, dove sono state consegnate diverse scorte di medicinali e consegnato un’offerta che verrà utilizzata per curare i pazienti che devono essere condotti in ospedali lontani, e alla cooperativa di non vedenti. "Abbiamo voluto far comprendere che nessuno era stato abbandonato. Abbiamo permesso che un giovane, caduto sei mesi fa e che non muoveva più il braccio, potesse andare ad operarsi, mandato i bimbi all’ospedale per essere sverminati, garantito l’ingresso all’università a sei ragazzi, e mandato un bambino ustionato a curarsi. È stato inaugurato - prosegue - l’asilo di Gotuto, con 80 bimbi che faranno il percorso di alfabetizzazione, e un piccolo ponte che permetterà di attraversare un tratto dove si era creato un avvallamento che non consentiva il passaggio. Infine abbiamo incontrato i bambini che sono adottati a distanza a cui abbiamo dato il necessario per un anno. Ce l’abbiamo fatta, ci siamo spogliati di tutto, qualcuno è addirittura tornato senza valigia perché l’ha donata ai ragazzi in partenza per l’università. Siamo tornati praticamente nudi ma felici e soddisfatti di aver raggiunto persone che ne avevano bisogno".