
L’assessore al bilancio Sabrina Bertini ha risposto a una interrogazione sui costi del progetto di sostegno alle famiglie in difficoltà
Una spesa pubblica complessiva di oltre 937mila euro in 11 anni, per sostenere un progetto a sostegno delle famiglie in difficoltà.
È quanto emerso durante l’ultimo consiglio comunale di Recanati, dove il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia – tramite la consigliera Nicoletta Marzioli – ha sollevato il caso degli alloggi a canone concordato assegnati dal Comune a famiglie in condizioni di disagio economico. Tutto risale al 2012 quando la giunta dell’epoca, guidata dal sindaco Francesco Fiordomo con vice sindaco Antonio Bravi, approvò una delibera per avviare un’iniziativa sociale in favore di nuclei con fragilità economiche: l’idea era quella di affittare immobili privati a canone calmierato, da destinare a famiglie in difficoltà. Il Comune si fece carico di gestire sia i contratti di locazione che i rapporti con gli inquilini. Secondo quanto illustrato in aula l’altra sera dall’assessore al bilancio Sabrina Bertini, il progetto partì ufficialmente nel 2013 con due bandi distinti: uno per reclutare i proprietari disponibili a dare in affitto gli appartamenti, l’altro per selezionare i beneficiari. Negli anni gli alloggi gestiti sono stati al massimo 17, oggi ridotti a quattro, di cui uno in scadenza al 30 giugno 2025.
Il bilancio dell’intera operazione, però, è pesante. Il Comune ha speso 937.084 euro tra canoni e oneri accessori, ricevendo solo 219.390 euro dagli inquilini. Questo significa che oltre 717mila euro non sono stati recuperati, in buona parte per morosità. "Una cifra importante – ha sottolineato Bertini – che può essere letta come un aiuto indiretto a famiglie bisognose, ma che solleva anche interrogativi sulle modalità di gestione e controllo" . Il danno economico, tuttavia, non si ferma qui. Alcuni alloggi, al termine della locazione, sono stati restituiti in condizioni gravemente deteriorate, costringendo il Comune a intervenire con fondi propri per il ripristino. Nella recente variazione di bilancio, è comparsa ad esempio una voce da 16mila euro per i danni arrecati da ex inquilini. Inoltre, l’assessore ha denunciato la difficoltà nel controllare la permanenza dei requisiti Isee, e nell’attuare efficaci procedure di sfratto in caso di decadenza dai benefici. "Gli unici ad aver avuto un vantaggio certo da questa operazione – ha detto Bertini – sono stati i proprietari degli appartamenti, che hanno sempre ricevuto i pagamenti puntuali dal Comune, anche per oneri accessori e ripristini".
Comunque l’assessore conferma che il Comune non ha alcuna intenzione di ripetere l’iniziativa, perché "una cosa – dice – è il sostegno a famiglie in difficoltà, altra cosa assumersi direttamente obblighi contrattuali per conto di altri".
Asterio Tubaldi