Al fianco dei bimbi autistici già a 17 mesi

Ci si entra in punta di piedi nel mondo dello spettro autistico, ci si arriva con la preparazione, con la cura, con una presa in carico che è complessiva. Un modello di diagnosi e di cura è quello che il centro per l’autismo de ’L’isola che non c’è’ ha messo a punto da vent’anni. Una storia e un’esperienza che sarà raccontata oggi al teatro dell’Aquila di Fermo, dalle 8.30 alle 19, e domani al cineteatro Cecchetti di Civitanova, insieme con i più grandi esperti italiani e non solo. In collegamento ci sarà anche Michelle Dunne, direttrice del centro per autismo di New York, massimo riferimento mondiale per l’autismo: "Questi incontri sono un risultato che premia venti anni di lavoro durissimo – spiega il presidente della cooperativa, Sandro Ferri – prima della nostra esperienza i soggetti con autismo venivano seguiti solo con attività di logopedia e di psicomotrocità. Con il supporto dell’Area Vasta e dei comuni di riferimento abbiamo costruito una equipe multidisciplinare che si fa carico dei bambini autistici, già a 17 mesi, oggi tra Fermo e Civitanova seguiamo una ottantina di persone, da 0 a 33 anni". Sono dieci gli specialisti impiegati nei due centri dell’Isola, venti gli educatori, i due giorni di convegno saranno l’occasione per fare il punto della situazione, come spiega la coordinatrice del centro fermano, Giada Latini: "L’intervento precoce sui bambini è essenziale, per questo ci facciamo carico dei bimbi già a 17 mesi, anche se la diagnosi vera e propria arriva intorno ai due anni".