"Alika era pieno d’amore e un grande padre"

Funerale celebrato con il rito cristiano evangelico. Il presidente della Comunità nigeriana: "Ancora non mi capacito che nessuno sia intervenuto"

Migration

di Paola Pagnanelli

"Alika era un grande marito e un grande padre. Non lo dimenticheremo mai". Charity, la vedova dell’ambulante 39enne ucciso il 29 luglio lungo il corso Umberto I di Civitanova, ha affidato a un familiare le parole scritte per ricordare il marito, in occasione del funerale celebrato ieri alle 14 a San Severino, nel chiostro di San Domenico. Lei, addolorata e confusa tra le tantissime persone che la circondavano, non ce l’ha fatta a salire sul pulpito per dirle di persona. Di fronte a un centinaio scarso di persone, la cerimonia con il rito cristiano evangelico, in inglese e in italiano, è stata celebrata da quella che la comunità chiama pastore Faith, un punto di riferimento religioso per i nigeriani della città, da subito molto vicina a Charity e al figlio Emmanuel, di 8 anni. Pastore Faith ha ricordato Alika, "un uomo sempre allegro, felice di stare con noi" e citando il Vangelo ha invitato a avere fiducia nella vita dopo la morte, unica vera vita, "nostra consolazione". "Mio fratello era una persona calma, amava tutti – lo ha ricordato uno dei fratelli arrivati dalla Nigeria grazie a un permesso speciale -. L’amore che proviamo per lui è eterno e non può separarci neanche la morte. Ci ha addolorato molto vedere tutto quello che era successo dai social prima di essere informati. Siamo la sua famiglia, siamo cresciuti insieme. Ha aggravato il dolore scoprire cosa era successo dai social". "C’è un proverbio, che dice che il mondo sarebbe un posto migliore se le persone cattive fossero fermate da quelle buone - ha aggiunto George Omo Iduhon, presidente della Comunità nigeriana -. E invece ancora mi sorprende pensare che c’era della gente lì intorno e nessuno ha aiutato Alika. È terribile. Per noi questo è un paese straniero, dobbiamo seguire le leggi". Numerosi esponenti della comunità nigeriana hanno voluto esprimere le proprie condoglianze a Charity e al figlio e a tutti i familiari, in termini di grande rispetto e solidarietà. L’avvocato Francesco Mantella, che assiste la vedova, ha tenuto a ringraziare l’ambasciatore italiano Ugo Boni "che ha preso a cuore la nostra richiesta di consentire ai fratelli di Alika e Charity di essere qui", e il governo italiano, che pure ha agevolato le pratiche. Ha ringraziato anche i presenti e i Comuni di Civitanova e San Severino, che hanno dato sostegno morale ma anche materiale alla vedova: le amministrazioni hanno stanziato delle somme per aiutarla subito, e hanno aperto un conto corrente per chi volesse donare qualcosa. La somma raccolta è affidata al Comune di San Severino, che la userà per le spese necessarie alla famiglia. Dopo la cerimonia, arricchita anche da canti religiosi in italiano e inglese e filmata da moltissimi presenti, che l’hanno condivisa in diretta online, la salma di Alika è stata tumulata al cimitero di San Severino, come aveva richiesto Emmanuel, che qui desidera rimanere e crescere. Poi i familiari sono tornati al chiostro di San Domenico per il rinfresco che, per tradizione, conclude le cerimonie funebri.