
Allarme all’Abbadia di Fiastra "Covid della flora in atto"
di Franco Veroli
"L’attenzione sul sito dell’Abbadia di Fiastra non è alta. Di più". Marco Rotoni, presidente dell’Amap (Agenzia marche agricoltura e pesca) sottolinea come l’impegno per contrastare e contenere la presenza del "tarlo asiatico" rilevata negli alberi del parcheggio della Riserva naturale, una sorta di "Covid della flora", non si ferma neanche a Ferragosto. "E’ una situazione delicata – spiega –. Tutto è nato dalla sensibilità di un tecnico dell’Amap che, presente all’Abbadia fuori dall’orario di lavoro, ha notato qualcosa di particolare. Di qui una verifica informale che ha portato all’accertamento di un focolaio. Siamo in contatto quotidiano con la proprietà, la Fondazione Giustiniani Bandini, per monitorare costantemente la situazione e decidere gli interventi necessari da attuare. Giovedì avremo un altro incontro per fare il punto su quanto sta accadendo". A scatenare questo putiferio è stato un coleottero xilofago di origine asiatica (Anoplophora Glabripennis Motschulsky) molto pericoloso per le piante, perché con le proprie larve le porta praticamente alla distruzione. "In particolare – evidenzia il presidente Amap – attacca le essenze arboree con un tronco "dolce – morbido". In prima battuta, per limitare la diffusione del fenomeno, abbiamo chiesto alla Fondazione di chiudere i parcheggi dell’Abbadia di Fiastra per garantire la pubblica e privata incolumità. Oltre ai provvedimenti di urgenza, però, ora si tratta di studiare in maniera mirata il patrimonio arboreo di questo importantissimo sito delle Marche per mettere in atto azioni mirate". Tra i provvedimenti urgenti, in via precauzionale, è previsto anche l’abbattimento delle piante (per ora una cinquantina, ma il numero potrebbe crescere in maniera sensibile) presenti nell’area del parcheggio. Queste vanno poi "cippate", cioè triturate e macinate sul posto per evitare che le larve continuino nel loro pericoloso "lavoro" di infezione. "Gli abbattimenti saranno effettuati solo quando necessari e sulla base di due punti fermi", prosegue Rotoni. "Il primo è che per ogni albero abbattuto ne sarà subito ripiantumato un altro. Il secondo è che la ripiantumazione non sarà casuale, ma mirata, tenendo conto della biodiversità e delle specie arboree che non temono il tarlo asiatico". I vertici della Fondazione Giustiniani Bandini sono molto preoccupati: sia per la possibile estensione dell’infezione (i platani lungo i viali sono tra le piante "preferite" dal tarlo asiatico, ed è vicina un’area boscata) sia per i costi da sostenere, che si preannunciano pesanti. "Supportiamo i proprietari del sito in questa come nelle prossime fasi, e non mancherà l’apporto economico nostro e della Regione", specifica Rotoni. La presenza dell’Anoplophora Glabripennis Motschulsky, oltre che all’Abbadia di Fiastra, è stata già accertata anche nell’area di Ostra Vetere e nel Fermano. Questo parassita rappresenta un grave problema per piante di latifoglie tipiche del nord e centro Italia e, in particolare, per le zone boschive protette. Sono oltre 50 le piante arboree colpite. Tra le più note: l’acero, l’ippocastano, il faggio, il platano, il pioppo, la quercia e l’olmo.