"Allarme droga, le famiglie aprano gli occhi"

Gaetano Angeletti, presidente della "Rondinella" di Corridonia: superficialità e sottovalutazione, ma la prevenzione è decisiva

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di Diego Pierluigi

"Facciamo volontariato col cuore, ma a volte ci troviamo a sbattere contro un muro di gomma". Dal 2006, Gaetano Angeletti si batte con l’associazione "La Rondinella" per assicurare ai ragazzi un futuro lontano da droga e alcol. Una lotta quotidiana, portata avanti attraverso il dialogo, e oggi diventata ancora più cruciale per salvare vite, vista anche l’emergenza Covid. Gaetano Angeletti, in che modo la pandemia ha influito sul mondo della droga?

"La pandemia ha aggravato nettamente anche le dipendenze da alcol e gioco d’azzardo. Il problema di fondo sono i genitori, spesso completamente assenti. Inoltre, hanno una percezione sbagliata riguardo alla cannabis, io spiego loro in tutte le lingue quanto sia dannosa. Sul tema c’è una superficialità pericolosa e mi rifaccio alle parole di don Chino Pezzoli, che gestisce diverse comunità di recupero a Milano: oggi, voi genitori con il dare ai vostri figli di tutto e di più, avete creato due generazioni di invertebrati". Quale idea si è fatto dopo i recenti casi di overdose?

"Siamo a primi posti a livello nazionale per i decessi e per il consumo di droga e sono poche le iniziative delle istituzioni volte a fare la prevenzione. Il percorso della nostra associazione verte sul convincimento e sull’accettazione di questo problema. I colloqui sono riservati, ma vedo che molti genitori dopo il primo non tornano e altri pensano che la criticità sia risolvibile senza un loro diretto coinvolgimento, quando invece devono essere le famiglie a muoversi subito". Avete iscritti solo di Corridonia o anche dal altri centri?

"Siamo circa quaranta operatori anche di paesi vicini. Le chiamate sono diminuite rispetto a qualche tempo fa, ma noi ci siamo solo se si vuole, e col supporto di psichiatri accompagniamo genitori e figli verso comunità come San Patrignano. In passato diverse famiglie iniziavano il percorso di disintossicazione per i figli ma oggi molte meno". Quanto è importante il ruolo della scuola?

"Fondamentale. L’anno scorso, ho parlato ai ragazzi dell’Ipsia, che sono stati molto soddisfatti, in quanto la maggior parte non si rendeva conto della pericolosità di questo mondo. Importante è anche il ruolo della parrocchia e sottolineo il progetto encomiabile di don Fabio Moretti per trasformare lo stabile della ex Lidl in un centro pastorale". Iniziative in cantiere?

"Stiamo redigendo un opuscolo informativo da distribuire alle famiglie, sperando che aprano gli occhi sul tema. Vogliamo tornare nei teatri, perché la prevenzione dalla droga è decisiva, arrivare dopo è come mettere una toppa ad un vestito strappato".